Al via oggi la campagna nazionale di sensibilizzazione, promossa dalla Cgil, dal titolo ‘Prima i diritti uguali per tutti’. Una campagna per ribadire che: I diritti sociali fondamentali, salute, istruzione, lavoro, mobilit , tutela dell’ambiente, devono essere garantiti a tutti, a prescindere dal territorio in cui si vive. Finch questi non verranno assicurati, con i livelli essenziali delle prestazioni, con le leggi di principio e con un adeguato sistema di perequazione delle risorse, il progetto di autonomia differenziata, cos come delineato dal Governo, determiner solo un aumento delle gi insostenibili diseguaglianze sociali e territoriali, e la Cgil non pu che dire no. Primo appuntamento, per la quattro giorni di presidi, volantinaggi e dibattiti, questa mattina a Napoli, alle ore 10 presso la sede della Cgil in via Toledo 353 con il dibattito ‘Autonomia, effetti e ricadute sull’Italia e il Mezzogiorno’ che verr concluso dalla segretaria nazionale della Cgil Rossana Dettori. La diretta trasmessa su radioarticolo1.it Il Paese gi diviso e diseguale – denuncia la Confederazione -, e la soluzione quindi non riconoscere maggiore autonomia ad alcune regioni, ma riconoscere a tutti uguali diritti, come sancito dalla Costituzione. Purtroppo, le disparit regionali nel campo dei diritti sono oggi evidenti, cos come riportato nei materiali della campagna nazionale. Ad esempio: Il diritto al tempo pieno nella scuola primaria negato a 7 bambini su 10 in Veneto e nelle Marche, a 8 su 10 in Puglia; Ogni 100 bambini ci sono solo 17 posti negli asili nido in Toscana, 12 in Lombardia, e 2 in Campania; Ogni 1000 anziani ci sono solo 14 posti nelle strutture residenziali in Liguria, 10 in Umbria, 1 in Basilicata. Le disparit rischiano di aumentare ulteriormente se si consentono deroghe alle norme di tutela, a partire da quelle ambientali. Gi oggi si registra un consumo di suolo del 12,99% Lombardia, 12,35% in Veneto, 10,36% in Campania, a fronte di una media nazionale del 7,65%. L’autonomia delle Regioni, cos come immaginata, romper il vincolo di solidariet del Paese e aumenter i divari esistenti. Non siamo contrari al decentramento, ma non ci pu essere un Paese con cittadini di serie A e di serie B. Essere comunit significa – conclude la Cgil – condividere le risorse e garantire a tutti le stesse opportunit , quindi ‘Prima i diritti uguali per tutti’. (ANSA).
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