Centri impiego, Corte dei Conti: in 352mila con Rdc hanno avuto un lavoro

“Al 31 ottobre 2020 i beneficiari del RdC tenuti alla sottoscrizione di un Patto per il lavoro (i cosiddetti Work Ready), sono stati pari a 1.369.779, coloro che hanno avuto almeno un rapporto di lavoro successivo alla domanda di RdC sono stati pari a 352.068 mentre quelli con un rapporto di lavoro ancora attivo sono 192.851”. E quanto emerge dall’indagine sul ‘Funzionamento dei centri per l’impiego nell’ottica dello sviluppo del mercato del lavoro’ condotta dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti.
Il 65% dei soggetti ha firmato un contratto a tempo determinato, il 15,4% un contratto a tempo indeterminato e il 4,1% un contratto di apprendistato; il 69,8% dei contratti a tempo determinato ha una durata inferiore ai 6 mesi, mentre una quota del 9,3% ha superato il termine annuale.
I dati sono stati elaborati dalle informazioni assunte da Anpal Servizi – su dati estrapolati da Anpal (Sistema Informativo Unitario) e da MLPS (Sistema Informativo Statistico delle Comunicazioni Obbligatorie).
I contratti di lavoro, nel complesso, “hanno riguardato soprattutto professioni (non qualificate) nel commercio e nei servizi, seguiti da quelli associati a professioni qualificate nelle attività ricettive e della ristorazione; in minima parte hanno interessato il settore metalmeccanico-artigiano”.
“La nota scarsa offerta di lavoro e l’inadeguata conoscenza dell’effettivo mercato del lavoro impedisce, di fatto, ai Centri per l’impiego di costituire l’anello di congiunzione per un’occupazione sostenibile e per una collocazione lavorativa ideale”, sottolinea la Corte dei Conti.
Con riferimento alle vacancies sono stati resi disponibili 477.466 posti e le iniziative dei Navigator presso le imprese, per la rilevazione dei fabbisogni produttivi, hanno comportato la realizzazione di 588.521 interventi; sono state individuate 29.610 opportunità occupazionali corrispondenti a 56.846 posizioni professionali di cui il 68% deriva da fabbisogni per un aumento del carico di lavoro, mentre il 22 per cento per turnover.
Dai valori rilevati, che descrivono i livelli di istruzione e l’indice di profiling, è risultata evidente la quasi totale assenza di condizioni di occupabilità soprattutto nelle regioni meridionali.
Per potenziare l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro da parte dei Centri, si ricorda, è stato avviato un sistema integrato di rilevazione delle opportunità occupazionali (Mappatura Opportunità Occupazionali”) che ha consentito di caricare i dati riguardanti circa 2,3 milioni di sedi produttive di aziende. Ulteriore necessità emersa è il rafforzamento dell`organico con amministrativi generici, più tradizionali, oltre che con figure professionali più specifiche quali orientatori, psicologi, informatici, esperti in consulenza aziendale e mediatori culturali, prosegue la Corte.
La Corte osserva che l’emergenza sanitaria nazionale da Covid-19 non ha condizionato i Cpi che hanno, comunque, garantito il regolare svolgimento delle attività istituzionali da remoto. Da ultimo il Pnr ha previsto nella Missione 5 “Inclusione e coesione” diversi programmi per la partecipazione al mercato del lavoro, per la formazione e il rafforzamento delle politiche attive e dei Centri per l`impiego. E.G. da ildiariodellavoro.it

Pulsante per tornare all'inizio