Cei, alle Caritas il 45% sono ‘nuovi poveri’ Aumentano famiglie con minori, donne e giovani italiani

I vescovi italiani lanciano l’allarme “nuova povertà”, dinanzi a una pandemia che “sta correndo veloce e con i suoi tentacoli pare stringere in una morsa soffocante, ancora una volta, la nostra quotidianità”. E’ il vice presidente della Cei, monsignor Mario Meini, vescovo di Fiesole, a farsi interprete delle preoccupazioni dei presuli italiani in apertura del Consiglio episcopale straordinario, convocato oggi in videoconferenza proprio per fare fronte alle nuove incognite generate dal Covid di seconda ondata. Facendo riferimento al recente rapporto della Caritas, pubblicato in occasione della Giornata mondiale di contrasto alla povertà (17 ottobre), mons. Meini ha posto l’accento nella sua introduzione sugli “effetti economici e sociali dell’attuale crisi sanitaria legata alla pandemia da Covid-19”. “Si profila una grave recessione economica, terreno fertile per la nascita di nuove forme di povertà – ha avvertito -. I dati dei centri di ascolto Caritas vanno proprio in questa direzione. L’incidenza dei ‘nuovi poveri’ passa dal 31% al 45%: quasi una persona su due si rivolge alla Caritas per la prima volta”. Aumenta, in particolare, “il peso delle famiglie con minori, delle donne, dei giovani, dei nuclei di italiani che risultano in maggioranza (52% rispetto al 47,9% dello scorso anno) e delle persone in età lavorativa”. Gli anziani sono costretti ad una solitudine sempre più isolante”, ha proseguito il vice presidente Cei. Una crisi che, secondo i dati della Banca d’Italia, “nei mesi di aprile e maggio, ha provocato una riduzione di reddito per la metà delle famiglie italiane, nonostante gli strumenti di sostegno ricevuti”. “A tutto ciò si unisce il tema del lavoro, con la sofferenza sperimentata da tutte quelle categorie che sono costrette a grandi sacrifici, dai tanti piccoli commercianti e lavoratori autonomi, dal mondo dello spettacolo e della cultura”, ha aggiunto. “Le nostre Chiese non hanno mai smesso di assicurare la loro prossimità con aiuti specifici”, ha detto ancora Meini, ma “oggi come mai nel recente passato, siamo chiamati a entrare in contatto con le ferite profonde dell’umanità del nostro tempo”. “Siamo certi che le parrocchie, le associazioni e i movimenti, seguendo l’esempio del Buon Samaritano, sapranno farsi carico delle sofferenze con cura, dolcezza e umiltà”, ha aggiunto. (ANSA).

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