CASSA INTEGRAZIONE – I dati preoccupanti elaborati dal Dipartimento Mercato del Lavoro

TOSCANA: CASSA INTEGRAZIONE, NEI PRIMI 5 MESI CALO DEL 5% MA CRESCE LA STRAORDINARIABENE PRATO, MALE PISTOIAQUIRICONI, ?DOPO IL RECORD DI 54 MILIONI DI ORE DEL 2010LE PROIEZIONI DICONO CHE ANCHE NEL 2011 SI SUPERERANNO I 50 MILIONI?Firenze 14.06.2011.- Un dato ancora preoccupante per la cassa integrazione in Toscana emerge dall’analisi del dipartimento mercato del lavoro della CGIL Regionale. Pur in presenza di un calo di poco pi— del 5% ( dai 21.100.000 nel Gennaio- Maggio 2010 si Š passati ai 19.968.000 dello stesso periodo del 2011) si registra una crescita del 6.6% per la cassa straordinaria relativa a grandi gruppi in difficolt… strutturale o gi… chiusi o in procedura concorsuale.In controtendenza negativa alcuni settori come l’edilizia che passa dai 4.577.000 ore dei primi 5 mesi 2010 ai 5.207.000 del 2011 con un ulteriore impennata sul gi… disastroso anno precedente del (+ 13.74%).Andamento molto differenziato tra le provincie: Prato registra la migliore performance passando da 2.759.000 di ore a 1.803.000 ( – 35%); specularmente Pistoia che passa da 1.423.358 a 2.625715 ( +84%) soprattutto per effetto della straordinaria, segna il peggior risultato.Tra le provincie pi— in difficolt… si segnalano Grosseto e sia pure in misura pi— ridotta Firenze.Secondo Daniele Quiriconi responsabile Mercato del Lavoro della segreteria regionale della CGIL Toscana, ?il dato sia pur in lieve miglioramento, sembra preludere, in termini di proiezione, il superamento delle 50 milioni di ore nel 2011 dopo il record dei 54 milioni dello scorso anno. Preoccupa soprattutto l’andamento della cassa straordinaria, destinata ad accentuarsi a seguito delle gravi crisi aperte sia nell’industria che nell’edilizia, che testimonia di come l’occupazione sia l’emergenza prioritaria per il nostro territorio anche per i prossimi mesi. Per caratteristiche di accessibilit…, infatti, la cassa integrazione straordinaria Š utilizzata per le crisi non congiunturali delle imprese pi— grandi che a loro volta finiscono per travolgere un tessuto di centinaia di imprese pi— piccole e di lavoratori, per i quali spesso non Š possibile attivare strumenti di protezione adeguati.?ÿ

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