Caso Osakue, attenzione a parlare di bravata: parola socialmente pericolosa

Ascoltando il Tg1 sul caso Daisy Osakue, l’atleta italiana di origine nigeriana oggetto di un grave atto di razzismo, sono sobbalzato sulla sedia. Nel corso del servizio la giornalista afferma:I carabinieri per ora escludono la pista dell’odio razziale e propendono per la bravata visti i due precedenti analoghi nella stessa zona. Non possiamo derubricare a semplice bravata un tale gesto violento sprezzante del rispetto dell’altro. Stiamo sempre parlando di un atto grave, un vero esempio di incivilt… e di mancanza di rispetto nei confronti del prossimo. Usiamo i termini giusti, stando bene attenti alle conseguenze che possono generare. Queste non sono bravate, sono aggressioni. Stiamo parlando di un vero e proprio atto di vile violenza nei confronti di una donna. Altro che bravata, qui c’Š di mezzo l’odio e la volont… di umiliare qualcuno, ferendolo sia fisicamente che a livello psicologico. Nulla a che fare con un’ingenua e innocua bravata. L’aggressore ha cercato di colpire una persona per ferirla, sia dal punto di vista fisico che morale: possiamo permetterci di parlare di bravata? In questo clima sociale nessuno pu• permettersi di fare tali affermazioni. Mi auguro che qualcuno smentisca tale dichiarazioni: sono parole gravi e socialmente pericolose. Stiamo attenti, e vigiliamo: dobbiamo impedire, oggi pi— che mai, che siano sparsi quei semi che alimentano la banalizzazione della violenza.Fabrizio Musto,segretario generale Filctem Livorno

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