Toscana, abolito requisito 5 anni residenza per partecipare a bandi Erp. Sunia e Cgil, finalmente

Il risultato raggiunto con l’approvazione del provvedimento speriamo, sia di buono auspicio anche per altri aspetti che governano l’edilizia pubblica. Primo fra tutti la celerità dell’assegnazione dei tanti alloggi popolari comunali vuoti, in attesa di ristrutturazione, ad oggi oltre 3000”.

Tre sentenze della Corte Costituzionale per sanzionare altrettante leggi regionali di Lombardia, Abruzzo e Friuli Venezia Giulia in materia di edilizia residenziale pubblica (Erp) avevano stabilito come ‘illegittimo e incostituzionale’ il requisito temporale della residenza ultra quinquennale come condizione di accesso per la partecipazione ai bandi di assegnazione di una abitazione di edilizia pubblica.
Anche in Toscana, la normativa regionale prevedeva il requisito di almeno cinque anni per accedere ai bandi per concorrere all’assegnazione di una casa popolare.
Grazie anche alle pressanti richieste ed appelli di Cgil e Sunia della Toscana, il Consiglio Regionale, su proposta della Giunta, ha proceduto a modificare la norma, cancellando il requisito dei 5 anni di residenza, prima Regione in Italia a deliberarlo senza attendere l’intervento della magistratura in conformità ai pronunciamenti della Corte Costituzionale.
Finalmente si è chiuso un capitolo che di fatto bloccava assegnazioni e nuovi bandi
e che stava mettendo in difficoltà molti Comuni e, soprattutto, migliaia di famiglie toscane in attesa di poter partecipare ai bandi comunali.
Il rischio di un’impugnativa aveva messo in stand-by i bandi di molte amministrazioni comunali, che però non potevano più arginare le pressanti richieste dei cittadini.
Il risultato raggiunto con l’approvazione del provvedimento speriamo sia di buono auspicio anche per altri aspetti che governano l’edilizia pubblica. Primo fra tutti la celerità dell’assegnazione dei tanti alloggi popolari comunali vuoti, in attesa di ristrutturazione, ad oggi oltre 3000.
Attese lunghissime, ingiustificate e intollerabili, vista la disponibilità di risorse messe a disposizione per lo scopo dalla Regione e in considerazione delle migliaia di famiglie che legittimamente da anni attendono una soluzione al loro disagio.
Adesso i Comuni potranno partire con i loro bandi, per tentare di soddisfare il bisogno di alloggi a canone sociale, per venire incontro alle migliaia di famiglie toscane di lavoratori e pensionati che versano in stato di precarietà abitativa e che confidano in una soluzione abitativa pubblica”.

Lo dichiarano Laura Grandi Sunia Toscana; Simone Porzio e Maurizio Brotini della Cgil Regionale Toscana
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