Al termine della riunione del comitato di distretto (18 presenti su 21), i rappresentanti escono alla spicciolata dalla sala convegni della Imm (Industrie Marmi e Macchine). L?assessore della provincia di Lucca, Francesco Bambini con delega allo sviluppo economico, commenta: ®Ci sono nodi. Sul marchio del marmo, sulla Imm, sul laboratorio tecnologico che per noi resta un punto fermo anche se complesso¯. ®La discussione ha fatto emergere problemi da affrontare in tempi rapidi. Occorre arrivare a un documento condiviso. Ora, la funzionalit del distretto passa in secondo piano¯. E s, perch prima di avventurarsi su cosa ha fatto o cosa avrebbe dovuto fare il distretto, le parti dovranno mettersi d?accordo su alcuni obiettivi che non sembrano pi collettivamente scontati. Il presidente del distretto, Nicola Lattanzi appare fiducioso e guarda direttamente alla riunione degli stati generali, che da maggio slitter probabilmente a giugno, ®per affrontare le politiche del marmo¯. Ma ammette anche che s, dopo lunga assenza dal comitato, la Camera di commercio (il cui rappresentante era stato Gianfranco Oligeri e ora Antonio Forti, al suo esordio proprio ieri nel comitato di distretto) ®ha assunto una posizione critica che ha destato un po? di sorpresa, perch ci sono documenti siglati a vari tavoli. Le cose vanno perci chiarite negli stati generali, ognuno non pu andare per conto proprio, mentre stiamo faticosamente portando avanti un percorso di condivisione¯. I sindacati alzano gli scudi. ®Ma qua una Torre di Babele, dentro il distretto e fuori si parlano lingue diverse – dice Andrea Figaia segretario della Cisl – Quando si prendono posizioni ai tavoli istituzionali, vanno portate avanti¯. Enrico Profetti , che rappresenta nel comitato la Cgil sia apuana che versiliese, parte dagli aspetti positivi: ®Finalmente la discussione di questi mesi nel comitato obbliga ogni componente ad assumersi la responsabilit sul ruolo che rappresenta. E? stata condivisa la necessit di un piano strategico sulle politiche del marmo, gli stati generali lo esamineranno. Cgil e Fillea hanno preparato emendamenti al testo proposto da Lattanzi: chiediamo l?adozione del modello di filiera, e il marchio unico sui lavorati finiti; e che le decisioni del distretto trovino attuazione sui tavoli istituzionali e di categoria¯. Poi attacca la Camera di commercio: ®Ha dato un giudizio negativo sul distretto, e posto problemi sull?utilit del polo tecnologico. Chi per 2 o 3 anni ha disertato i lavori del distretto, non ha titolo per fare critiche. La Camera di commercio e le altre istituzioni che hanno siglato protocolli, devono chiarirsi fra loro. Per noi, il progetto del polo tecnologico deve andare avanti¯. Parla anche del marchio: ®La discussione deve tornare nel distretto. Ci vuole un unico marchio di filiera, dai marmi escavati a quelli lavorati in loco dalle imprese del distretto¯. Prende le distanze da altri marchi che definisce ?da distretto minerario?. La centralit di Carrara. Profetti convinto che ®la centralit , ai distretti, la dia il mercato e oggi Carrara non rappresenta il mercato. Carrara centrale nel distretto, ma il problema non la competizione con la Versilia e con il Veneto, bens con il resto del mondo; c? quindi bisogno di riposizionare il distretto sulla filiera, investendo, e uscendo dalle ambiguit : o distretto di filiera oppure minerario con conseguente calo occupazionale, impatto ambientale e problemi di mercato¯. C.C. da Il Tirreno
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