Caro giornaleLa Nazione”, perch?attacchi i sindacati?”

˜Oggi ? un giorno triste. Siamo costretti ad usare un mezzo di informazione alternativo per fare conoscere il comportamento increscioso tenuto dalla Nazione nei confronti del sindacato pratese in generale e del sindacato tessile in particolare.In sintesi La Nazione ha pubblicato, in data 13 settembre, una notizia falsa: il sindacato tessile pratese avrebbe concordato una riduzione del 10% degli stipendi dei dipendenti del lanificio Linea tessile italiana.La notizia era inserita in un articolo nel quale Alessandro Benelli, titolare e dipendente della Linea tessile italiana, si diceva deluso dal mancato intervento di Monti sulle indennit? parlamentari.Benelli diceva che quando c?? da tirare la cinghia bisogna farlo tutti e portava l?esempio della sua azienda dove i lavoratori, per non perdere il posto, avevano accettato una riduzione del 10% del loro stipendio. E lo avevano fatto anche i membri della direzione (come lui) che, successivamente, valutato il basso impatto della riduzione sui loro stipendi in confronto a quello degli altri dipendenti avevano ridotto il proprio compenso alla met?.In sostanza una azienda che dichiara di aver ?fatto squadra? nella crisi e ˜che questo ha aumentato la coesione interna. E quindi niente da dire, se non per il fatto che Benelli dichiarava che ?ci furono riunioni coi sindacati, che accettarono.?Benelli ? liberissimo, come del resto i suoi dipendenti, di fare ci? che crede col suo compenso ma perch? tirare in ballo un soggetto (il sindacato) che non ? entrato per niente nella vicenda, e non per sua volont?, ma semplicemente perch? nessuno lo ha mai coinvolto?Consapevoli di non aver mai svolto nessuna trattativa in merito, abbiamo aspettato il giorno dopo, convinti che avremmo trovato, sullo stesso giornale, la smentita di Benelli.Non c?era nessuna smentita e allora, correttamente, come Filctem, Femca e Uilta abbiamo scritto una lettera alla Nazione, dove dichiaravamo che la Linea tessile italiana ?non ci ha mai posto tale problema, non ci sono quindi mai state riunioni sindacali in merito e, di conseguenza, non ci sono mai stati accordi con noi. Se tali riduzioni sono avvenute, questo pu? essersi verificato solo in sede di commissione di conciliazione presso la Direzione territoriale del lavoro ma, anche in quel caso, senza la firma del sindacato?. Chiedevamo quindi, la pubblicazione, con lo stesso risalto, di copia dell?accordo sindacale oppure della dovuta smentita. La lettera, inviata da Femca, Filctem e Uilta era firmata dal segretario della Filctem Massimiliano Brezzo, in quanto titolare dell?indirizzo mail da cui era partita.Ancor pi? correttamente, prima di inviarla, avvertimmo il caposervizio della Nazione, Piero Ceccatelli, che ? anche l?autore dell?articolo in questione.Per giorni, visto che non ? possibile pubblicare un accordo che non ? mai stato stipulato, abbiamo atteso invano che Benelli smentisse la falsa notizia.Il 20 settembre, a una settimana dalla pubblicazione del primo, Piero Ceccatelli pubblica un secondo articolo dal titolo: Cari sindacati, perch? non firmaste quell?accordo? dove nell?occhiello sembra che Brezzo voglia imbastire una polemica, e nel catenaccio viene virgolettata una frase che non compare nella nostra lettera: ?noi estranei alla riduzione del 10% per salvare i posti?. Frase che non avremmo potuto scrivere perch?, come ripetiamo, nessuno ci ha mai coinvolto.Probabilmente Ceccatelli si ? informato meglio (cosa che avrebbe per? potuto fare anche prima del primo articolo) e ha scoperto che non c?? nessun accordo sindacale. Avrebbe potuto semplicemente scriverlo. Solo chi non fa niente non sbaglia mai, a lavorare invece succede, e nessuno lo comprende meglio del sindacato. Invece no. Meglio arrampicarsi sugli specchi inventandosi supposizioni per sostenere l?insostenibile.Ceccatelli scopre quindi che non esiste un accordo sindacale ma che i dipendenti hanno sottoscritto verbali di conciliazione individuale davanti alla Commissione di conciliazione presso la Direzione territoriale del Lavoro (cio? esattamente quello che gli avevamo scritto noi la settimana prima) e vede che tra i membri della commissione ne ? presente uno di emanazione sindacale (altra immensa scoperta, visto che ci? ? richiesto dalla legge, insieme a un membro di nomina delle organizzazioni dei datori di lavoro e a un funzionario della Direzione territoriale del lavoro che presiede) e nota che l?esponente non firma in calce (scopertissima, visto che succede cos nel 99,99% delle conciliazioni aventi per oggetto riduzioni salariali e nel 100% dei casi di quelle collettive).Avendo ?scoperto? la mancata firma del componente della commissione di nomina sindacale Ceccatelli vede uno specchio su cui arrampicarsi e tira le somme: ?non firma in calce, ? vero [l?esponente sindacale], ma se il suo nome era stato iscritto rappresenta probabilmente un indizio che i sindacati non erano all?oscuro e che anzi, forse si attese fino all?ultimo il loro s.?Grande ricostruzione. ˜Peccato che in un solo periodo compaiano un po? troppe parole come: ?se?, ?probabilmente?, ?indizio? e ?forse? per poter essere considerato una prova schiacciante dell?esistenza dell?accordo sindacale che avevamo chiesto di smentire. Allora Ceccatelli aggiunge una dichiarazione di Benelli fatta dopo la nostra richiesta di smentita. Benelli dichiara: ?ci incontrammo con i rappresentanti dei sindacati, i quali affermarono di non poter sottoscrivere l?accordo, ma sostanzialmente non agirono nei confronti dei lavoratori per dissuaderli dal raggiungere l?intesa e la firma?. Non sarebbe vero dunque, chiosa Ceccatelli, ?in base alla ricostruzione di Benelli- che i sindacati erano all?oscuro.E poi continua salendo in cattedra con una filippica che tocca principi etici, cogestione, Costituzione italiana, funzione, rappresentativit? e ruolo del sindacato, insegnando agli altri come dovrebbero comportarsi invece che ?rivendicare ostinatamente mancate firme? (ci domandiamo se la parola ?ostinatamente? ha cambiato significato, visto che quando Ceccatelli scrive ha semplicemente ricevuto una lettera di richiesta di smentita)˜Ci scusiamo per la lunghezza della ricostruzione ma vista la volont? della Nazione di strumentalizzare non solo quanto non accaduto ma anche quanto accaduto non era possibile fare altrimenti.˜Non potendo contare su chi somma alle notizie false, pur di non rettificarle, anche le ?lezioncine? abbiamo dovuto, per quanto a noi possibile, cercare di ricostruire l?accaduto.Nell?aprile del 2009 la Linea tessile italiana chiede, congiuntamente ai propri dipendenti, di presentarsi davanti alla Commissione di conciliazione presso la Direzione, allora provinciale, oggi territoriale, del lavoro.? bene spiegare che quella commissione ? costituita, per legge, da tre componenti: uno di nomina della direzione stessa, che tiene la presidenza, e gli altri due di nomina delle organizzazioni datoriali e sindacali. Questo a garanzia delle competenze tecniche necessarie per poter arrivare alle conciliazioni proposte (che non sono solo relative alle riduzioni salariali, ma abbracciano tutti i tipi di controversie di lavoro). Il posto di nomina datoriale viene ricoperto a rotazione dall?Unione industriale, dalle associazioni artigiane, da quelle del commercio eccetera. Quello di nomina sindacale, sempre a rotazione, da Cgil, Cisl o Uil.Davanti a questa commissione le parti, che sono l?azienda e il dipendente, e che possono presentarsi assistiti da chi vogliono (organizzazioni datoriali o sindacali, avvocati, consulenti eccetera) provano a trovare un accordo tra loro. Se non ci riescono ne viene preso atto e le parti riprendono la propria libert? di azione fino ad adire le vie legali.Se l?azienda e il lavoratore trovano, invece, un accordo, ne viene redatto verbale e l?azienda e il dipendente lo firmano. In questo caso la commissione identifica le parti e certifica che le firme delle stesse sono avvenute in sua presenza. Punto.Ceccatelli dovrebbe sapere come funziona la Commissione, sarebbe grave se non lo sapesse visto che ci ha scritto un articolo sopra. Eppure tenta di identificare il sindacalista di turno in commissione con ?i sindacati? che, per il solo motivo che un sindacalista siede in commissione non potevano non sapere. Sembra che lo specchio su cui si arrampica Ceccatelli si sia cosparso di sapone perche sarebbe come dire che l?Unione industriale (di cui Benelli ? oggi vice presidente) sapeva della riunione che Benelli aveva svolto nella sua azienda, con i suoi dipendenti, prima di arrivare davanti alla Commissione, semplicemente perch? il 19 aprile 2009 sedeva in commissione un rappresentante dei datori di lavoro (tra l?altro, quel giorno, nominato dalla Confesercenti).Abbiamo, come Ceccatelli, verificato i verbali: i dipendenti della Linea tessile italiana hanno chiesto di essere convocati dalla commissione congiuntamente all?azienda e si sono presentati senza l?assistenza di nessun sindacato, altrimenti il verbale lo avrebbe riportato. E questo l?ha letto anche Ceccatelli.Allora restano sul tavolo alcune domande: perch? Benelli (ex presidente di Pratotrade e vice presidente dell?Unione industriale) dichiara una cosa falsa? Si potrebbe rispondere: ? stato un malinteso tra lui e il giornalista. Ok. Ma se questo ?, perche Benelli (ex presidente di Pratotrade e vice presidente dell?Unione industriale) non la smentisce subito? E se ci fosse stata la smentita: perch? non ? stata pubblicata da La Nazione? E se la Nazione (che ha pubblicato una notizia falsa) riceve una lettera, dove viene spiegato come possono essere andate le cose, e non riceve (da chi ha dato una notizia falsa) la prova di un accordo sindacale, perch? cerca di inventarsi prove con frasi piene di espressioni dubitative invece di prenderne atto con correttezza e agire di conseguenza? Perch? sotto il titolo mette in bocca al sindacato una frase: ?noi estranei alla riduzione del 10% per salvare i posti? che non ? scritta nella lettera, e che vuole farci negare uno scambio che non ci ? mai stato proposto, quando noi negavamo soltanto di essere mai stati contattati (cosa spiegata anche a voce a Ceccatelli nella telefonata nella quale ? stato avvertito della nostra richiesta di smentita?) Perch?, soprattutto, Ceccatelli non trova mai il tempo di contattare il sindacato per sentire cosa avevamo da dire? E perch? tutta questa mancanza di assunzione di responsabilit? da parte di Benelli (ex presidente di Pratotrade e vice presidente dell?Unione industriale) e di Piero Ceccatelli (caposervizio de La Nazione) si trasforma in un attacco al sindacato pratese?La notizia di oggi ? che quanto ? successo non ? apparso su La Nazione dove, a quanto pare, si ? rinunciato a scrivere quello che succede, per scrivere quello che piacerebbe fosse successo, per ˜cos buttarla in polemica e non smentire le notizie false pubblicate. Ma sui siti sindacali. Meditate gente, meditate.Ah, solo per farlo notare a chi non lo sa (ma anche a chi fa finta di non saperlo) la firma di un sindacalista su una riduzione salariale non ha alcun valore. Si tratta di un diritto indisponibile per altri che non siano il lavoratore che la subisce. ? per questo che Benelli e i suoi dipendenti si sono rivolti alla Direzione (allora provinciale e oggi territoriale) del lavoro.Ci dispiace per la lunghezza, ma era un atto dovuto: alla verit?, e anche a chi, iscritto e non al sindacato, ritiene che l?informazione debba avvenire in modo corretto. Quando questo non succede ci sono due scelte: subirlo o cercare strade alternative. Noi siamo per la seconda. Ormai da pi? di cento anni. E abbiamo anche intenzione di continuare.˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜ Femca, Filctem e Uilta di Prato˜Per completezza di informazione e trasparenza pubblichiamo i due articoli e la lettera inviata a La Nazione il giorno dopo la pubblicazione del primo.˜1? articolo La Nazione2? articolo La Nazionelettera di richiesta di smentita

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