Un forte appello al capo del Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria), Francesco Basentini, e al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, affinch intervengano per sbloccare in modo definitivo l’iter burocratico per la realizzazione dell’Icam (Istituto a custodia attenuata per madri detenute), o di una Casa famiglia protetta a Firenze. A lanciarlo il presidente dell’Associazione progetto Firenze Massimo Lensi. A Firenze i tempi per l’apertura dell’Icam o di una Casa famiglia protetta, si sono dilatati all’infinito – sottolinea Lensi in una nota -. Da quando furono compiuti i primi passi nel lontano 2006, poco stato fatto di concreto. Siamo nel 2020 e l’unica struttura territoriale per i bambini e le loro madri detenute tuttora il nido del carcere di Sollicciano. Per Lensi, la disponibilit manifestata in questi giorni dal Comune di Firenze a lavorare su un progetto per permettere alle associazioni di volontariato di accompagnare i bimbi all’esterno del carcere, per alcune ore al giorno e senza le madri, non pu che essere una misura temporanea in attesa della definitiva apertura delle strutture previste per legge. Ci che, infatti, molti sembrano dimenticare – conclude – che nel nostro ordinamento esiste una legge, la numero 622011, rivolta a favorire il rapporto tra madre e figlio minore, nel corso del processo penale e durante l’esecuzione della pena. Una legge dello Stato che contiene dei limiti e delle incertezze, certo, ma che a Firenze potrebbe essere applicata con facilit grazie alla disponibilit di una struttura di accoglienza e a una forte coesione politica territoriale.(ANSA).
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