Caporalato nel settore edile, 11 arresti in Toscana.Indagine partita da denuncia raccolta da Cgil Firenze

E’ in corso l’esecuzione, da parte della squadra mobile di Firenze, con la collaborazione di quelle di Prato e Pistoia, di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Prato, su richiesta della procura pratese, competente per territorio, a carico di 11 persone, italiane e straniere, nell’ambito di un’inchiesta relativa ad un caso di caporalato nel settore edile.Gli indagati sono indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, impiego di lavoratori non in regola con le norme in materia di immigrazione e falsitˆ ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessitˆ. I particolari dell’operazione saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terrˆ alle 12 presso la procura della Repubblica di Prato. (ANSA)Arresti caporalato Prato: aziende sfruttavano immigratiCoinvolte due aziende dell’edilizia con sede a Prato nell’inchiesta sul caporalato che ha portato all’esecuzione di 11 arresti. Una ditta  intestata a un italiano e l’altra a due egiziani. Le ditte secondo l’accusa, reclutavano manodopera straniera, sia immigrati con regolare permesso di soggiorno, sia irregolari, in condizioni di sfruttamento rispetto alle norme sul diritto del lavoro. Secondo le indagini della polizia manovali e muratori venivano assunti totalmente ‘a nero’, mentre altri venivano assunti con contratti per un orario inferiore al lavoro effettivamente svolto. Gli inquirenti con l’inchiesta hanno ricostruito una rete di sfruttamento che agiva nella Toscana interna. (ANSA).Arresti caporalato Prato: paghe da 5 euro l’ora in ediliziaSfruttavano i lavoratori con paghe da 5 euro l’ora, con la minaccia di mandarli via se avessero rivelato queste condizioni. Ma uno di loro, un operaio straniero che reclamava denaro arretrato,  andato a denunciare i fatti alla Cgil di Firenze. Cos“, due anni fa,  partita l’indagine della procura di Prato che ha portato stamane all’arresto di dieci persone, tutte finite in carcere. Un’undicesima persona  latitante all’estero. Per il pm Lorenzo Gestri i promotori dell’associazione a delinquere sarebbero i proprietari di due imprese edili ‘Novaedil srl’ e la ‘Eurocostruzioni 75 srl’. A guidarle i due fratelli egiziani Mohammed e l’imprenditore calabrese Vincenzo Marchio. Dalle intercettazioni emerge che erano loro stessi a volere che il sistema del reclutamento si basasse sullo sfruttamento. In due anni di indagini sono una sessantina gli operai sfruttati. Tra loro, 15 erano senza permesso di soggiorno, molti senza contratto, mentre ad altri operai – tra stranieri e italiani – veniva chiesto di restituire parte di quanto era stato versato loro in busta paga per continuare a lavorare. Tra gli altri arrestati ci sono 8 stranieri, perlopi egiziani, tutti accusati di essere caporali, reclutatori di forza lavoro per le due imprese. Nell’inchiesta, denominata ‘Cemento nero’, i lavoratori venivano reclutati in una piazza di Prato e portati nei cantieri, non solo in cittˆ ma anche a Firenze, Vaiano, Montemurlo, Quarrata, Pistoia e Agliana. Il lavoro non conosceva pause, ferie o orari: Si lavora anche di notte se c’ bisogno”, dice al telefono uno degli indagati. (ANSA).Arresti della Procura di Prato per caporalato in edilizia, Masini (Fillea Cgil Firenze): ÒIndagine partita da una nostra segnalazione. Chiediamo pi controlli. Un grazie ai lavoratori che hanno avuto il coraggio di denunciareÓ. Bartoli (Fillea Cgil Toscana): ÒSiamo preoccupati ma convinti che sindacati, istituzioni e enti preposti al controllo possono combattere queste illegalitˆÓÊArresti della Procura di Prato per caporalato in edilizia, il commento di Giulia Masini (Fillea Cgil Firenze): ÒLÕindagine che oggi ha portato allÕarresto di alcune persone indagate per caporalato nasce da una nostra segnalazione per le irregolaritˆ denunciate da un operaio edile egiziano che lavorava in un cantiere di Firenze. I reati ipotizzati sono molto gravi, intermediazione illecita, sfruttamento, lavoro nero. Sono questioni che nei cantieri si rischia di riscontrare sempre pi di frequente. Come Fillea Cgil di Firenze chiediamo alle controparti ed alle istituzioni che ci siano pi controlli, oltre allÕapplicazione in toto del Durc per congruitˆ e lÕapplicazioneÊÊprotocollo sul cantiere trasparente per il controllo delle ore di lavoro, ai fini di una puntuale e corretta contribuzione fiscale, previdenziale ed assistenziale. Ai lavoratori che hanno avuto il coraggio di denunciare va il nostro ringraziamentoÓ.ÊLe parole di Giulia Bartoli (segretaria generale di Fillea Cgil Toscana): ÒQuanto raggiunto con la Regione Toscana sul Durc per congruitˆ e sul protocollo cantiere trasparente  un ottimo risultato e va reso operativo subito oltre che esteso a tutto il settore pubblico e privato. Siamo molto preoccupati ma convinti che sindacati, istituzioni e enti preposti al controllo possono combattere queste illegalitˆÓ.”

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