Caporalato nel volantinaggio: blitz Cc, 11 misure cautelari in Toscana. 2.5 euro ora per 13 ore

Undici misure cautelari personali – sei in carcere, una ai domiciliari, quattro obblighi di dimora – emesse dal gip di Firenze sono in corso di esecuzione stamani da parte dei carabinieri del comando per la tutela del lavoro e dei comandi provinciali di Firenze, Prato e Pistoia nei confronti di soggetti indagati per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Sequestrati beni mobili e immobili, sia di persone fisiche sia di società coinvolte nell’inchiesta. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati illustrati in una conferenza stampa alla procura di Firenze presnte il procuratore capo Giuseppe Creazzo.
Consegnavano volantini pubblicitari per 13 ore al giorno a una paga di 2,5 euro l’ora, ed erano pure controllati attraverso sistemi di geolocalizzazione che tracciavano i loro spostamenti, i lavoratori, per lo più africani (circa 80), il cui sfruttamento è stato scoperto nell’ambito dell’inchiesta dei carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro che oggi ha portato all’esecuzione di 11 misure cautelari personali a Firenze, Prato e Pistoia. I caporali, di origine pakistana, li arruolavano tramite una rete di reclutatori presenti come ospiti anche nei Cas. Tra i destinatari delle misure, un ospite del Cas di Campi Bisenzio (Firenze), uno della struttura della Caritas a Sesto Fiorentino (Firenze), e due ospitati presso Sprar di Scandicci e Campi Bisenzio. Eseguito anche un sequestro preventivo della procura di beni mobili e immobili appartenenti a tre società indagate, tutte dedite alla pubblicità di beni e servizi, con sedi a Prato e Massa Carrara. Tra i beni sequestrati, sette furgoni per il trasporto dei volantini, conti correnti e carte di credito, per un valore di circa 500mila euro
I circa 80 africani reclutati dai caporali consegnavano volantini in condizioni di sfruttamento, senza alcun rispetto delle norme di sicurezza e senza alcuna formazione. Nella maggior parte dei casi prestavano i loro servizio ‘al nero’. Raramente avevano contratti part-time, per un numero di ore molto inferiore a quelle effettivamente lavorate. I turni, che partivano alle 6 del mattino, erano previsti sette giorni su sette, sabato e domenica inclusi. Le indagini, partite nel 2018 e terminate nel giugno del 2019, sono state condotte attraverso pedinamenti, appostamenti – anche con telecamere a infrarossi per riprendere in notturna il caricamento dei volantini sui furgoni -, e intercettazioni telefoniche. A farle scattare è stata una segnalazione della prefettura di Firenze, che aveva rilevato anomalie nella richiesta di protezione internazionale da parte di un cittadino straniero ospitato presso il centro di accoglienza speciale di Scandicci. L’uomo nella domanda aveva dichiarato di lavorare nella consegna di volantini pubblicitari, sebbene non risultasse assunto presso nessuna ditta. Da qui sono partiti gli accertamenti che hanno portato alle misure eseguite oggi. Tra i i destinatari dei provvedimenti anche una 62enne italiana di Pistoia, dipendente di una delle ditte coinvolte nell’inchiesta, finita agli arresti domiciliari. Gli altri destinatari delle misure sono originari di Pakistan, Mali, Tunisia e Marocco.(ANSA).

Caporalato: sfruttati, ‘Pagatemi, devo sfamare figli’
Sceglievano i lavoratori da sfruttare tra quelli più bisognosi, gli arrestati nell’ambito dell’inchiesta del carabinieri del Nil di Firenze che ha portato oggi all’esecuzione di 11 misure cautelari, tra cui sei arresti in carcere, uno ai domiciliari e quattro provvedimenti di obbligo di dimora. Essere disposti a lavorare anche per 12 ore al giorno in cambio di un semplice panino era un titolo di preferenza: “Scelgo lui – afferma in una delle intercettazioni uno degli imprenditori 34enne del Pakistan finito in carcere -, in cambio di un panino riesco a fare il lavoro, per ciò che mi serve”. Gli sfruttatori non si piegavano neppure di fronte alle preghiere dei loro operai, che li supplicavano di pagarli per poter sfamare i loro figli: “Capo per favore – dice uno dei lavoratori al suo datore di lavoro – ora devo anche pagare le spese di casa qui e devo mandare i soldi in Pakistan per i miei figli. Ti chiedo per favore dammi 500, il resto te lo lavoro dopo”. In carcere sono finiti due imprenditori pakistani, residenti a Prato, e quattro reclutatori di manodopera. Ai domiciliari una 62enne residente a Pistoia, dipendente di una ditta di pubblicità che commissionava la consegna dei volantini pubblicitari alle ditte dei pakistani. All’obbligo di dimora sono finiti quattro capo-squadra che avevano il compito di sorvegliare i lavoratori. (ANSA).

Caporalato:Biffoni,estirparlo,viola diritti e droga economia
“Voglio innanzitutto congratularmi con la Procura e i Carabinieri. Ancora una volta si dimostra che abbiamo gli anticorpi per contrastare l’illegalità e che l’attenzione di tutte le istituzioni è altissimo per combattere un fenomeno odioso come quello dello sfruttamento lavorativo. Il caporalato deve essere combattuto ed estirpato perché viola i diritti dei lavoratori e droga l’economia, portando a concorrenza sleale e alla mancanza dei principi minimi di sicurezza e giustizia sociale”. Lo afferma il sindaco di Prato, Matteo Biffoni, riguardo all’indagine condotta dalla procura di Firenze che ha permesso di troncare un giro di caporalato tra le province di Firenze, Prato e Pistoia. All’operazione è interessato anche il territorio pratese e vi hanno partecipato i carabinieri di Prato. E’ dello scorso maggio, ricorda una nota, un’analoga inchiesta condotta dalla procura di Prato per contrastare il fenomeno del caporalato nel settore edile. “Le nuove norme – conclude Biffoni – hanno inasprito le pene per questo tipo di reato ma occorre essere ancora più incisivi a livello legislativo per troncare l’odioso fenomeno dello sfruttamento lavorativo”. (ANSA).

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