Ieri, Marted 8 settembre, si svolto un incontro presso il ministero dello Sviluppo economico sullo stato di tensione creatosi tra lavoratori e azienda, dopo il passaggio di propriet del Cantiere navale di Marina di Carrara. Al confronto erano presenti, oltre ai rappresentanti ministeriali e a Invitalia, le istituzioni territoriali, la regione Toscana e i sindacati. Abbiamo denunciato come l?azienda da tempo abbia atteggiamenti ostili al dialogo e al rispetto dei lavoratori, abbiamo ricordato la drammatica denuncia espressa in consiglio comunale a Carrara dalla madre di un lavoratore sordomuto costretto a frequentare corsi di inglese, o di un lavoratore non vedente adibito alla portineria, tutte drammatiche verit che accadono dentro a Nca da quando il cantiere passato di mano. Cos Bruno Papignani, responsabile Fiom per la cantieristica.Inoltre, abbiamo segnalato il perdurare della situazione di confino, in cui Nca detiene una ventina di lavoratori, che, invece, dovevano essere reinseriti nella produzione, denunciando con chiarezza davanti ai rappresentanti ministeriali e a Invitalia, il non rispetto degli accordi presi dalla propriet con il territorio, al momento del proprio insediamento. Oltre a ci, abbiamo evidenziato che l?azienda in questi mesi non ha ottemperato alla reintegra di un lavoratore licenziato ingiustamente, dimostrando, anche in questo caso, scarsa propensione al rispetto delle regole democratiche, prosegue il dirigente sindacale.Da parte loro, anche le istituzioni presenti hanno supportato le denunce espresse, atto, peraltro, fortemente evidenziato dal documento redatto dal consiglio comunale straordinario del 22 luglio scorso, che richiama l?azienda a rimuovere le vessazioni nei confronti dei lavoratori. Purtroppo, ancora una volta abbiamo assistito all?atteggiamento di spregiudicata arroganza aziendale, in cui, di fronte ai fatti esposti, ha messo sul tavolo, non la volont di dialogo o ravvedimento delle proprie azioni, ma l’annuncio dei 40 esuberi, dichiarando che per vincoli contrattuali di due anni oggi non pu licenziarli, ma che, scaduti tali vincoli, lo far , dimostrando ancora una volta di aver acquistato il cantiere, offrendo non 146, bens 6570 posti di lavoro, atto che, di fatto, la poneva al pari di altre manifestazioni di interesse non approfondite – per il numero inferiore di occupati proposti, – che a oggi probabilmente dovremmo considerare pi serie di quanto rappresentato dall?attuale propriet , considerazione fortemente stigmatizzata dal sindaco Zubbani, al quale va il nostro riconoscimento per i contenuti puntuali del suo intervento, prosegue l’esponente Fiom.Come organizzazioni sindacali, dopo tali dichiarazioni, abbiamo ribadito all?azienda la nostra disponibilit ad aprire un tavolo di confronto serio per ragionare delle eventuali difficolt legate al mercato, affermando, al contempo, che per tornare a un dialogo democratico e costruttivo devono essere rimossi tutti gli atteggiamenti ostativi messi in campo dall?azienda, giudicando in primis d’intralcio al dialogo il non superamento del confino per i 20 lavoratori tenuti in un capannone in disuso nell?area ex Farmoplant. L’incontro si concluso con una riconvocazione per il 22 settembre, cui ci presenteremo con la volont di riportare serenit nel cantiere; da subito, per, precisiamo che nessun dialogo sar possibile, se prima l’azienda non mander messaggi distensivi, cambiando il proprio atteggiamento, conclude Papignani. da rassegna.it
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