CAMUSSO: SENZA RISPOSTE NELLA LEGGE STABLITA’ SU REDDITO E LAVORO SCIOPERO GENERALE RESTA IN PIEDI

Se non ci saranno risposte nella legge di stabilita’ su reddito e lavoro l’ipotesi dello sciopero resta in piedi. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, intervenuta al presidio degli esodati organizzato da Cgil, Cisl e Uil, davanti a Montecitorio. A chi le chiedeva se un eventuale sciopero sara’ unitario, la Camusso ha risposto: Chiedetelo a lui, riferendosi al leader della Cisl, Raffaele Bonanni, presente anche lui alla manifestazione.LEGGE STABILITA’: GRILLI, VALE 10-12 MILIARDI NON CI SARA’ NUOVA MANOVRANon ci sara’ una nuova manovra finanziaria. Lo ha assicurato, secondo quanto si apprende, il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, nel corso della riunione tra governo e parti sociali sulla legge di stabilita’, che, ha spiegato. vale 10-12 mld piu’ un punto percentuale di Pil legato alle privatizzazioni.L’obiettivo, ha indicato Grilli, e’ innanzitutto quello di evitare l’aumento dell’Iva, e poi il miglioramento della produttivita’. C’e’ inoltre quello di creare un fondo ad hoc per gli esodati, e il governo si impegnera’ a individuare le situazioni di disagio che li coinvolgono.Il governo ci ha illustrato tagli a deduzioni e detrazioni, ha affermato da parte sua Wladimiro Boccali dell’Anci, sindaco di Perugia, lasciando palazzo Chigi al termine dell’incontro con il governo durante il quale il ministro dell’Economia ha illustrato la legge di stabilita’, all’ordine del giorno del Cdm di oggi. Il governo sappia che i Comuni non possono sopportare altri tagli, ha aggiunto, confermando poi che la legge di stabilita’ vale 10 miliardi. Il ministro Grilli ha parlato di 6,5 miliardi per evitare l’aumento dell’Iva e di 3,5 miliardi di spese indifferibili, nelle quali c’e’ anche il salario di produttivita’, riferisce Boccali.Anche il coordinatore degli assessori al Bilancio dell’Upi, Antonio Rosati, conferma che per il 2013 il governo ha prospettato agli enti locali una manovra di 10 miliardi di euro di tagli, di cui, appunto, 6,5 miliardi per evitare l’aumento dell’Iva e 3,5 miliardi destinati a produttivita’ e detrazioni fiscali. ASCA

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