CALL CENTER: SINDACATI CHIEDONO UN TAVOLO NEGOZIALE A GARANTE PRIVACY

C’e’ una emergenza che riguarda i lavoratori dei call center, dopo che lo scorso 26 giugno il Garante per la protezione dei dati personali ha vietato ad alcune societa’ specializzate il trattamento non in conformita’ con la legge di dati personali.Alessandro Genovesi, segretario nazionale del Sindacato lavoratori comunicazione della Cgil (Slc), puntualizza: Il Garante ha chiesto solo il rispetto della legge. Le aziende oneste acquistano i dati in conformita’ con le norme in vigore, altre invece attingono a banche dati non autorizzate.Genovesi dichiara all’Asca che il suo sindacato e quelli di settore di Cisl e Uil hanno inviato una lettera al Garante per un incontro che serva a chiarire la situazione: Finora non abbiamo avuto una risposta. Noi restiamo disponibili ad aprire una fase, per esempio di sei mesi, che serva alle aziende e alle banche dati per mettersi in regola. Da qui la proposta di un tavolo negoziale tra Garante, aziende interessate e sindacati.Piu’ allarmanti di quelle dei sindacati sono le stime dell’Assocontact (l’associazione di settore che fa capo a Confindustria) sulla situazione dei call center: sarebbero a rischio 30 mila dei 250 mila posti di lavoro conteggiati in questa attivita’ (sono all’incirca 80 mila i lavoratori delle societa’ che appaltano questo tipo di servizio).In particolare, la circolare del Garante ha vietato ad alcune societa’ specializzate il trattamento di dati provenienti da elenchi telefonici pubblicati prima del primo agosto 2005 e senza che gli interessati abbiano espresso il proprio consenso.Questa circolare ha inciso sulla crisi dei call center? Non credo. I call center sono in crisi per altri motivi. Le grandi aziende si stanno ristrutturando e scaricano i costi sulle societa’ appaltatrici di servizi. Sull’utilizzo delle banche date bisogna solo far rispettare le regole, replica Genovesi.Una nota della Uilcom precisa che pur ritenendo ineccepibile la delibera dell’Autorita’, e’ necessario che l’avvio del provvedimento debba consentire l’aggiornamento delle nuove banche dati che dispongano del consenso degli utenti.Secondo alcune stime, sono in attesa di regolarizzazione almeno 30 mila precari del settore dei call center (soprattutto quelli che fanno le telefonate). Una circolare del marzo 2008 di Cesare Damiano, ex ministro del lavoro, prevedeva la fine dei contratti a progetto ma il suo successore Maurizio Sacconi l’ha annullata ricevendo le aspre critiche dei sindacati.Interrogazioni parlamentari sul merito della vicenda apertasi con la delibera del Garante relativa al trattamento dei dati personali da parte dei call center sono state presentate da Lega nord, An, Forza Italia, Idv e Pd. La Camera, lo scorso 15 gennaio, ha votato un ordine del giorno proposto dalla Lega nord che impegna il governo a valutare l’opportunita’ di emanare provvedimenti di propria competenza che contemplino una deroga dell’applicazione degli obblighi di cui agli articoli 13 e 23 del Codice in materia di protezione dei dati personali.ASCA

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