ÇA che ora ti sei contagiato?È I paletti dell’Inail per chi cura e assiste i malati

Al patronato della Cgil arrivano segnalazioni di alcune Òpretese insopportabiliÓ avanzate dall’istituto per dare accesso alla tutela antinfortunistica. Una questione che riguarda anche il personale sanitario. Candeloro (Inca): Siamo al paradosso”Avevamo tutti creduto che la circolare di Inail avesse sciolto ogni riserva sul diritto dei lavoratori contagiati da Covid-19 alla tutela antinfortunistica, saltando magari qualche passaggio burocratico di troppo, data lÕemergenza sanitaria, ma cos“ non . AllÕInca Cgil arrivano segnalazioni preoccupanti circa alcune Òpretese insopportabiliÓ da parte di Inail per le denunce. A Padova, dieci infermieri ospedalieri, sette lavoratori di case di riposo, due dipendenti di una societˆ, che fornisce servizi di pulizia in appalto presso lÕospedale e un sanitario dellÕIstituto oncologico di Padova, si sono visti richiedere dallÕInail un altro adempimento per la denuncia di infortunio sul lavoro giustificandolo in questo modo: ÒIl certificato medico di malattia Inps non pu˜ essere preso in esame perchŽ non idoneo ai fini della tutela InailÓ, in quanto Òprivo di alcune informazioni essenziali previste dallÕarticolo 53 del Testo Unico n.1124/1965 per poter trattare lÕevento quale infortunio sul lavoro anche in caso di contagio accertato da Covid-19Ó.Per avere accesso alle prestazioni economiche previste dalla normativa antinfortunistica, nonostante lÕemergenza sanitaria, per Inail il certificato di malattia da Coronavirus, inviato allÕInps ancor prima della pubblicazione della sua circolare, il lavoratore contagiato da Covid-19 deve acquisire il Òconsueto certificato di infortunioÓ, rilasciato dal medico certificatore (di famiglia o ospedaliero), al quale  giunta la segnalazione del contagio, da inviare telematicamente allÕInailÓ, nel quale devono essere indicate tutte le circostanze, anche quelle temporali, in cui si  sviluppato il virus.In esso, oltre alle generalitˆ del contagiato, il giorno e l’ora in cui  avvenuto l’infortunio (come se fosse possibile), le cause e le circostanze di esso, anche in riferimento ad eventuali deficienze di misure di igiene e di prevenzione, la natura e la precisa sede anatomica della lesione, il rapporto con le cause denunciate, le eventuali alterazioni preesistenti. Solo una volta acquisito Òil consueto certificato di infortunioÓ potrˆ essere formalizzata la denuncia, con il conseguente riconoscimento della tutela.ÒTutte informazioni Ð spiega Silvino Candeloro, del collegio di presidenza di Inca Ð che, come considerando le scarse conoscenze scientifiche sulle modalitˆ di diffusione del virus, sono davvero di difficile individuazioneÓ. Questa procedura cos“ irragionevole vale per tutti, anche per il personale sanitario, che pure  stato indicato tra le categorie per le quali vale il principio della semplice presunzione dellÕorigine professionale della malattia; quel principio per cui si dˆ per scontato il nesso eziologico, sollevando il lavoratore dallÕonere del nesso causale.ÒParadossalmente, quindi Ð osserva ancora Candeloro Ð e nonostante allÕInps spetti in via esclusiva la competenza di acquisire i certificati medici su tutto il territorio nazionale, si richiede anche al personale sanitario, indicato tra quelli pi meritevoli di tutela, considerando lÕalta esposizione al contagio, uno sforzo ulteriore per circostanziare le modalitˆ del contagio, che devono essere avvalorate da un altro medico certificatore (anche medico di base). Senza questo passaggio, per Inail i casi non sono meritevoli di tutelaÓ.ÒCi sta pure che nellÕemergenza sanitaria qualcosa non funzioni come dovrebbe Ð conclude il dirigente del Patronato della Cgil – ma  davvero insopportabile il comportamento di Inail, che assume sempre pi la forma di un accanimento su cittadini che si sono contagiati svolgendo un lavoro straordinario per assicurare la cura di tanti malati e il contenimento della diffusione del virus. Per questa ragione  urgente un ripensamento da parte dellÕIstituto per evitare che il diritto alla tutela, sancito per legge, si traduca in un nulla di fattoÓ.Ê da rassegna.it”

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