BORSE: PAURA A PIAZZA AFFARI, IL LISTINO PERDE OLTRE IL 3.5% LO SPREAD SOPRA I 400 PUNTI

ÿChiusura in forte ribasso a Piazza Affari, maglia nera in Europa. L’indice FTSE MIB ha terminato la giornata in calo del 3,82% a 16.017 punti mentre il FTSE Italia All-Share ha lasciato sul terreno il 3,53% a 16.818 punti. Male anche le altre borse europee con Francoforte e Parigi pesanti come Milano, mentre Londra riesce a contenere le perdite sotto il 3%. Intanto lo spread tra il Btp e il Bund tedesco e’ torna sopra i 400 punti base, con il rendimento del titolo italiano che ha toccato, per quello a 5 anni, il record da quando e’ stato introdotto l’euro.I mercati azionari scontano l’ondata di vendite nel comparto bancario sulla scia dei timori di consistenti perdite nei bilanci legate alla gestione della crisi del debito europeo.A Francoforte il DAX ha lasciato sul terreno del 3,23% a 6.141 punti. Da segnalare sul listino tedesco Commerzbank che ha perso l’8,47% a 1,78 euro e Deutsche Bank in picchiata dell’8,60% per la sua esposizione nei confronti della finanziaria americana MF Global.Molto male anche Parigi, con il CAC40 in calo del 3,16% a 3.242 punti, e Londra dove il Ftse-100 perde il 2,77% a 5.544 punti. ASCAI MERCATI SI AGGRAPPANO AL VERTICE DEL G20 (IL PUNTO). L’euforia dei mercati finanziari dopo il vertice europeo della scorsa settimana sembra un lontano ricordo. Gli indici azionari tornano in depressione e i titoli di Stato italiani riflettono la preoccupazione e il nervosismo degli investitori. La riunione tra i leader del G20 si annuncia come un altro snodo nell’affannosa ricerca di una soluzione alla crisi dell’area euro.Il Fondo Monetario Internazionale ha annunciato che rivedra’ gli strumenti di intervento per il sostegno dei paesi in difficolta’ e dalle economie emergenti (Cina, India, Brasile e Russia) arrivano messaggi di disponibilita’ ad andare in soccorso dell’Europa per scongiurare che la crisi dell’area euro diventi esplosiva per l’economia globale.L’Ocse sollecita decisioni forti e chiare dal vertice di Cannes, sulla scia di quanto i leader delle principali economie fecero nel 2008 per arginare il crac finanziario determinato dai mutui subprime. L’incertezze e’ aumentata in modo considerevole ha ammonito l’Ocse annunciando un nuovo taglio alle stime di crescita, in particolare per l’Europa. Per i paesi euro l’economia rallentera’ all’1,6% nel 2011 mentre l’anno prossimo la crescita sara’ appena dello 0,3% rispetto alla precedente stima del 2% sia per il 2011 e sia per l’anno prossimo. Ma lo scenario potrebbe anche peggiorare se i leader europei non daranno seguito alle decisioni prese nel vertice della scorsa settimana.La speranza dei mercati e’ che il G20 riesca a definire un piano complessivo per stabilizzare l’area euro. La Cina, per bocca del presidente Hu Jintao, professa fiducia nel vecchio continente, la Russia ha dichiarato la disponibilita’ a offrire un sosteggno da 10 miliardi di euro.Per la Cina e le altre economie emergenti i mercati europei rappresentano uno sbocco fondamentale per l’export ma il sostegno per superare la crisi riflette anche la volonta’ di ridisegnare gli assetti di potere a livello globale anche perche’ Pechino e gli altri Brics detengono circa il 40% del debito sovrano dei paesi euro. Soltanto la Cina detiene riserve per 3.200 miliardi di dollari, e altri 1.100 miliardi sono nei portafogli di Russia, India e Brasile. Formalmente i Brics non riceveranno nulla in cambio del sostegno all’area euro ma molti esperti ritengono che il dividendo per le economie emergenti sara’ un peso maggiore all’interno del Fondo Monetrario Internazionale.Intanto arriva il giorno dell’insediamento di Mario Draghi al vertice della Bce. Agenda molto fitta per il neo presidente dell’Eurotower. Riunione del board giovedi’ prossimo e in qualita’ di presidente del Financial Stability Board presenetra’ a Cannes il documento conclusivo da sottoporre agli Stati per realizzare le riforme del sistema finanziario internazionale.Nell’ultimo giorno da presidente Bce, Jean-Claude Trichet ha difeso la decisione di acquistare titoli di Stato dei paesi euro sotto pressione riconoscendo che non e’ una scelta facile ma per una banca centrale non ci sono mai decisioni semplici. ASCA

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