BERSANI: ITALIA SENZA REGOLE AI MARGINI DELLA DEMOCRAZIA

Un Paese senza regole e’ una vergogna. Ma in questi due giorni, sul decreto della Protezione civile, le opposizioni hanno messo il freno a un meccanismo perverso che e’ ai margini della democrazia.Lo afferma il segretario del Pd Pier Luigi Bersani in una ampia intervista a ‘Repubblica’ in cui ha parlato delle prossime elezioni ma anche delle riforme e del suo partito.Sulle elezioni, tra l’altro, Bersani sottolinea come Berlusconi continuera’ a fare il suo mestiere, ossia mettere al centro del dibattito un giudizio di Dio sulla sua persona.D – Pd, Udc e Idv hanno ottenuto la cancellazione dellaProtezione civile Spa, dello scudo per i commissari e ilritiro della fiducia. Ma non e’ stata decisiva l’inchiestadella magistratura?.BERSANI – Certamente si’. La svolta si e’ determinata inun contesto che ha reso lampanti le deviazioni del sistemaProtezione civile. Ora vedremo se si tratta di ‘birbantelli’o di ladri. La politica intanto deve continuare ad affrontareil tema della democrazia e delle regole. Che non riguardasolo Bertolaso e il suo dipartimento.D – Cosa vuole dire?.BERSANI – In 20 mesi il governo ha messo 28 volte lafiducia, promosso 53 decreti e varato 189 ordinanze in derogaslegate da qualsiasi controllo. Affidandone il voto a unParlamento di nominati in cui non e’ il governo a risponderealla maggioranza ma il contrario. Questo meccanismo ha avutoeffetti aberranti: si sono intimiditi tutti gli attorisociali mettendoli di fronte a un potere inappellabile eimpenetrabile. Si sono incoraggiati cosi’ comportamentibasati sulle relazioni e tutti subalterni al potere. Negliultimi due giorni e’ arrivato un primo stop a questo sistema.E il presidente della Repubblica ha fatto bene asottolinearlo difendendo alcuni fondamentali della democraziaa cominciare dal ruolo del Parlamento.D – Si puo’ parlare di riforme con chi giustifica questosistema di potere?.BERSANI – Porre il problema delle regole non e’ sinonimodi inciucio. Per intenderci: alla fine abbiamo votato controil decreto sulla Protezione civile. Ma un tema sul qualesarei disposto a qualsiasi confronto con la maggioranza cel’ho: un piano nazionale anticrisi. Siamo l’unico Paese almondo che nei primi due mesi dell’anno non ha parlato diredditi, industria e fisco. Discutiamone in Parlamento,magari con una diretta televisiva. Se si trova un’intesa nonmi spaventa votare con loro, se non c’e’ mi opporro’ finoall’ultimo. Nella massima trasparenza. L’importante e’ chegli italiani comprendano di che cosa si sta parlando e che sista parlando di loro. Finalmente.D – Perche’ Berlusconi dovrebbe cambiare registro dopo leregionali?.BERSANI – Se cambiano i rapporti di forza, cambia anchela situazione. Non sono fiducioso sulle buone intenzioni delpremier. Ma tocca a noi cominciare a dire che di Berlusconici interessa fino a un certo punto, che i cittadini hannoaltri pensieri. Abbiamo l’occasione di introdurre qualcheripensamento nell’elettorato del centrodestra.D – Il premier corre ai ripari dando alle regionali unvalore nazionale e politico.BERSANI – Si mette al centro? Bene, ci stiamo.Chiederemo agli italiani di ragionare sul riassunto di questi20 mesi di governo. Poi il Pd si presentera’ con la suapiattaforma che ha un punto di partenza: siamo un partitofondato sul lavoro. Quello dei lavoratori dipendenti, deipiccoli imprenditori, dei professionisti, di tutti coloro chefanno per bene il loro mestiere.D – Di fronte a un successo delcentrosinistra, Berlusconi si dovrebbe dimettere?.BERSANI – Non chiediamo agli elettori di mandare a casail governo. Vogliamo che gli italiani spediscano una bellaletterina a Berlusconi, con scritto che le cose cosi’ nonvanno: il governo del fare ha pensato piu’ ai fatti suoi chea quelli della gente. Noi abbiamo lavorato molto peraccendere i motori e risultare credibili come opposizione.Siamo pronti a combattere, con ottimismo. Abbiamo candidatureforti e schieramenti significativi. E quando parliamo dialleanze non lo facciamo perche’ siamo appassionati dipoliticismo. Pensiamo a un’altra Italia. La battaglia suldecreto della Protezione civile segnala la presenza di unarco di forze che distingue dalla destra su un puntofondamentale: come si governa in una democrazia. Le regionalisono una prima prova di quest’altra idea di democrazia.D – Casini immagina un governo di transizione. Lei invecesembra puntare dritto al 2013. Non ha un piano B?.BERSANI – Non ce l’ho. Psicologicamente e politicamentenon ragiono cosi’. Quando hai ben chiara la strada trovi lesoluzioni anche se i percorsi si accelerano. Eppoi non credomolto al crollo del berlusconismo. Vedo che non riesce piu’ atirare avanti la palla, certo. Pero’ i tentativi di Fini didelineare una destra europea sono tanto generosi quantovelleitari perche’ in Italia c’e’ Berlusconi. La Lega e’ ilvero punto di tenuta della maggioranza. Ecco perche’ mipropongo di rendere evidente il ruolo di Bossi, protagonistacome Berlusconi dei risultati negativi nei 7 anni su 9 digoverno del centrodestra. Non deve essere piu’ consentito alCarroccio di fare tutte le parti in commedia. Altro che Nord.Loro governano a Roma, secondo un modello di consenso che nonrisolve i problemi ma li agita, li usa: immigrazione,sicurezza, occupazione. Quest’area puo’ essere indebolita.D – Considera eccessivo l’uso delleintercettazioni?.BERSANI – Sono contrario a qualsiasi tentativo dicastrare uno strumento molto utile, soprattutto per leprocure antimafia. Che spesso scoprono reati mafiosi partendoda indagini su altri reati. La divulgazione diintercettazioni su fatti marginali pero’ crea un’atmosfera didelegittimazione generale, da’ l’idea che non ci sia nientedi pulito. Questo e’ un danno per il Paese. Nelleintercettazioni si possono inserire millanterie di variogenere. Del tipo: ho perso una gara e do la colpa aVeltroni.D – A proposito di Veltroni, dice che il Pd non e’ natocon lo scopo di candidare a premier Casini.BERSANI – Fare le candidature non e’ lo scopo del Pd.Una cosa e’ certa: siamo favorevoli a un assetto bipolare manon bipartitico. Per il candidato vedremo, potrebbe essereuno o una che ancora non si vede.D – Lei difende la Bonino per le sue competenze. Non e’ unmodo per dribblare il tema dell’identita’? Per non affrontarela questione cattolica?.BERSANI – Emma Bonino non e’ del Pd. A lei si chiede diguidare un programma e una coalizione nei quali c’e’ anche ilPartito democratico. Io dico che sapra’ fare bene il mestieredi amministratore e di guida di un’alleanza fatta da tanti ediversi. La questione dei cattolici nel Pd e’ tutt’altracosa. Siamo nati per mettere assieme varie culture sul pianodel progetto politico. Nel totale rispetto di ispirazioni difede, etiche e ideali. Nel Pd infatti militano tantissimicredenti.D – E la Binetti?.BERSANI – C’e’ anche chi non vuole ingaggiarsi in questasfida. Ma la scelta, legittima, e’ politica. La fede, la paridignita’ non c’entrano. Avvenire parla di deriva zapaterista?A me non risulta. La mia idea di laicita’ sta tutta nellaCostituzione, che e’ figlia in larga parte della culturacattolica.D – Bisogna andare a Sanremo per dimostrare che il Pd e’un partito popolare?.BERSANI – Vado a Sanremo perche’ mi piace la musica. Ilrock, la lirica, persino i canti di montagna. Perche’stupisce che un leader del Pd vada al Festival o da EmilioFede? Per allargare la coperta dobbiamo prima allargare latesta.D – Per chi tifa?.BERSANI – Confesso un debole per Irene Grandi.

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