Bekaert avvia licenziamento collettivo 176 operai Figline

“In ragione della prossima conclusione del periodo di cassa integrazione, e non potendosi ancora prevedere soluzioni certe” per i 176 lavoratori di Figline Valdarno, “la società si trova nella necessità di avviare la procedura di licenziamento collettivo”. Lo annuncia Bekaert in una nota, precisando che “nonostante le difficoltà e la situazione di emergenza pandemica, proseguono le attività per una possibile reindustrializzazione” della fabbrica dismessa dalla multinazionale belga dello steel cord.

Non essendo allo stato disponibili ulteriori ammortizzatori sociali – si legge nella nota – ed essendo prevedibile che il sito di Figline si troverà ancora in una situazione di eccedenza occupazionale al 9 marzo 2021, Bekaert ha avviato oggi, come già previsto nei precedenti accordi e cioè in tempo utile rispetto alla scadenza del trattamento di integrazione salariale, la nuova procedura di licenziamento collettivo per il personale che sarà ancora in forze a tale data”. In ogni caso, precisa Bekaert, “anche durante il periodo di durata della procedura, la Società continuerà a porre in essere tutte le azioni e gli interventi precedentemente concordati con i Sindacati e le Istituzioni, finalizzati alla reindustrializzazione del sito ed al ricollocamento dei lavoratori. Nella prossima riunione di aggiornamento presso il Mise verrà condiviso lo stato di avanzamento delle azioni intraprese e delle opportunità emerse, con l’auspicio che si possa arrivare in tempi stretti ad una chiara dichiarazione di impegno da parte dei potenziali investitori”. Ad oggi infatti “sono stati raggiunti risultati positivi – spiega l’azienda – in termini di ricollocamenti, ma l’intensa attività di promozione e ricerca di possibili investitori finalizzata alla reindustrializzazione del sito, portata avanti anche nel 2020, pure con tutte le difficoltà, rallentamenti e limitazioni date dall’emergenza epidemiologica, non hanno ancora portato alla sottoscrizione di alcun accordo vincolante in grado di assicurare l’occupazione dei 176 lavoratori rimanenti”. (ANSA).

DANIELE CALOSI, SEGRETARIO GENERALE DELLA FIOM CGIL: “CHIEDIAMO ALL’AZIENDA DI RITIRARE LA PROCEDURA E AL GOVERNO DI LAVORARE SERIAMENTE SULLA REINDUSTRIALIZZAZIONE”

“Bekaert ci ha annunciato oggi che procederà ad aprire la procedura per licenziare tutti i lavoratori dello stabilimento di Figline. “Non è accettabile che i lavoratori paghino per le mancanze di chi doveva portare a compimento la reindustrializzazione dello stabilimento di Figline, a partire dall’advisor, fino al Governo. Chiediamo all’azienda di ritirare la procedura di licenziamento, al Ministero dello Sviluppo Economico di lavorare seriamente sulla reindustrializzazione, senza andare per slogan, e al Ministero del Lavoro di prorogare gli Ammortizzatori Sociali per fare, finalmente, una trattativa libera e non sotto schiaffo sulla reindustrializzazione, visto che da due anni ad oggi non ci è MAI, e dico MAI, stato presentato nessun piano di reindustrializzazione né da parte dell’azienda né del Governo. L’unico piano industriale degno di questo nome fu quello presentato dalla Cooperativa SteelCoop Valdarno, costituita da alcuni lavoratori Bekaert, che non è stato MAI preso in considerazione né dall’azienda, né dal Governo, né tantomeno dalla maggioranza delle forze politiche locali di Governo o di opposizione. Un progetto che è stato fatto naufragare per scelta politica. La Regione Toscana, attraverso il Presidente Giani, non può accettare in silenzio questo scempio sociale che si sta consumando.

Il Presidente regionale deve dare seguito agli impegni assunti appena eletto davanti a FIM-FIOM-UILM e ai lavoratori della Bekaert. Non si scherza sul Futuro delle persone. Il nostro impegno non è cambiato di una virgola, il nostro obiettivo rimane quello di sempre: salvare tutti i posti di lavoro”.

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