Bankitalia:Toscana,in 2020 calo Pil (-9%) e occupati (-1,3%)

Nel 2020 il calo del prodotto toscano è stato di oltre il -9%, più intenso rispetto alla media del Paese. La riduzione si è attenuata nei mesi estivi per poi intensificarsi nello scorcio dell’anno, in concomitanza con la seconda fase del contagio e con l’introduzione delle nuove misure restrittive. Il calo degli occupati (-1,3%) ha colpito maggiormente la componente femminile (-2,2%), il lavoro autonomo (-2,0%), i servizi, in particolare commercio, alberghi e ristorazione (-4,8). Lo si sottolinea nel rapporto ‘L’economia della Toscana’, presentato stamani a Firenze da Bankitalia. Nelle imprese industriali – si legge nel report – la riduzione del fatturato, pari secondo stime di Banca d’Italia al 6%, ha interessato soprattutto quelle più piccole e quelle più internazionalizzate; la diminuzione è stata più intensa nel terziario (-12%). La dinamica flettente ha riguardato anche il settore edile (-5%) nonostante la vivace ripresa dell’operatività osservata nella seconda parte dell’anno. Le vendite all’estero di produzioni regionali hanno registrato una contrazione intensa (-6,2%), in particolare nei comparti di moda e meccanica, seppure nel complesso più contenuta rispetto alla media italiana. Nel rapporto si sottolinea poi che “le accresciute esigenze finanziarie, connesse col calo delle vendite, hanno indotto un aumento della domanda di credito, in larga parte soddisfatta attraverso misure pubbliche di sostegno. Ne è derivato un incremento del grado di indebitamento, stante anche l’impatto sul patrimonio di risultati reddituali più sfavorevoli”.
Nel 2020 in Toscana, inoltre, il reddito disponibile è calato di circa il 2,8% rispetto all’anno precedente mentre i consumi si sono ridotti dell’11,9% (a prezzi costanti). I finanziamenti al consumo sono rimasti pressoché stazionari, a fronte della moderata crescita dei prestiti per l’acquisto di abitazioni (2,4 per cento), sostenuti anche dalle moratorie bancarie. Le erogazioni di nuovi mutui si sono ridotte, frenate dalle mancate compravendite nel primo lockdown; sono invece aumentate le rinegoziazioni per surroga o sostituzione ed è proseguito il processo di ricomposizione verso mutui a tasso fisso. Per quanto riguarda il credito bancario, nel 2020 è tornato a crescere (+3,1%) riflettendo il forte recupero dei finanziamenti alle imprese (4,3%), che si è consolidato anche nel primo trimestre del 2021. Il tasso di deterioramento è lievemente calato (-1,3%) per la riduzione registrata dalle imprese. Ècresciuta la spesa corrente primaria, in connessione con maggiori spese sanitarie e trasferimenti a favore di imprese e famiglie; la spesa per investimenti ha invece ristagnato. (ANSA).

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