Associazione Vini Toscani Dop e Igp e Regione Toscana insieme per un grande evento a maggio 2021

L’obiettivo è proporre agli amanti del vino il connubio grandi vini e sapori del territorio. Saranno coinvolti tutti, dalle mille cantine ai 5mila tra ristoranti ed enoteche, oltre ai 22 consorzi dell’associazione.

La Toscana possiede risorse territoriali ed enogastronomiche di grande appeal ed è per questo che la filiera del vino lavora ad una strategia per sollecitare i consumi in modo da avviare la ripresa, focalizzandosi sulla necessità di essere sempre più attrattivi sul mercato e investendo sul connubio enogastronomia e turismo.
Secondo alcuni recenti studi per il 26% dei turisti l’enogastronomia è la prima motivazione di viaggio in Italia e nel 2019 il 90% dei turisti ha fatto almeno un’esperienza enogastronomica.

Per questo Associazione Vini Toscani Dop e Igp e Regione Toscana lavorano ad  una grande manifestazione da collocare nel mese di Maggio 2021.
L’obiettivo primario di questa manifestazione in avanzata fase di studio, che dovrà replicarsi tutti gli anni, è rilanciare il territorio e, contemporaneamente, accrescere le opportunità commerciali per le imprese vinicole, per quelle alimentari e per tutte le attività legate al comparto turistico.
Si punta a coinvolgere mille cantine e 5mila tra ristoranti ed enoteche, oltre a tutto il sistema ricettivo tra alberghi, B&B e agriturismi; Firenze potrebbe essere il fulcro dell’iniziativa con una proposta speciale.
I dettagli sono ancora in definizione ma il progetto permetterà di proporre ai tanti estimatori del buon vino di tutto il mondo i grandi vini toscani in abbinamento con i sapori più tradizionali e caratterizzanti della Toscana, nella suggestiva cornice delle cantine, dei ristoranti, delle enoteche e dei centri storici. I locali presenteranno cibi Dop-Igp e piatti tradizionali insieme ai vini toscani al calice. Le cantine rimarranno aperte con orario continuato per accogliere i turisti e offriranno pacchetti studiati ad hoc per l’occasione. I centri storici saranno animati da serate in musica e varie altre attrattive.
Se si considera la grave crisi del turismo, legata alla pandemia, stimato in calo a livello mondiale del 70% (fonte: Unwto – Organizzazione mondiale del turismo) e, per quanto riguarda l’Italia, del 58% (TradeLab per Federvini), c’è la necessità di ripartire con forza facendo leva sull’immagine e il prestigio della Toscana come meta prediletta, puntando sul ruolo da protagonista indiscussa che oramai incarna stabilmente nel mondo enologico internazionale.

Brexit: Cia, per vino toscano salvo mercato da 30 mln euro ‘Salve anche le esportazioni di piante, carni, olio e formaggi’
Potrà continuare l’export di prodotti agroalimentari toscani nel Regno Unito, dove soltanto di vino si esportano produzioni per circa 30 milioni di euro. Salve anche le esportazioni, di piante, carni, olio e formaggi. Dopo quattro anni di negoziati fra Europa e Regno Unito è stato raggiunto in extremis un accordo, che è un regalo di Natale a tutto il settore agroalimentare del Made in Italy, che potrà così continuare a esportare senza dazi o quote nel suo quarto mercato di sbocco commerciale (per un valore complessivo italiano di 3,4 miliardi di euro). E’ quanto sottolinea Cia-Agricoltori italiani della Toscana in una nota, aggiungendo che adesso “occorre mantenere una stretta vigilanza sulla governance dell’accordo per evitare danni futuri alla libera e leale concorrenza”. “Questo risultato tanto atteso ha, infatti, evitato – prosegue Cia – una rottura che avrebbe determinato ripercussioni economiche drammatiche, ma è solo un ‘primo passo’ nella costruzione di un nuovo sistema di relazioni fra l’economia europea e quella della Gran Bretagna”. Per Cia Toscana “occorrerà una stretta sorveglianza sul cosiddetto level playing field (la parità di condizioni sulla concorrenza), per fare in modo che Londra possa sì discostarsi dalla regolamentazione europea, ma senza il rischio di una concorrenza sleale alle aziende europee in merito agli aiuti di Stato e alle normative in campo fitosanitario e ambientale”. L’accordo raggiunto rappresenta per Cia “una boccata d’ossigeno per il Made in Italy, specialmente in questa lunga fase pandemica con pesanti ricadute sul fronte della crescita economica. Un “no deal” avrebbe determinato barriere tariffarie, minore domanda interna nel mercato inglese e il deprezzamento della sterlina, penalizzando i prodotti italiani più venduti nel Regno Unito. In primis il vino, che rappresenta il 24% del totale delle esportazioni agroalimentari Oltremanica, con un fatturato superiore a 830 milioni di euro. Di assoluto rilievo anche il nostro export di ortofrutta trasformata (13%) e ortofrutta fresca (6%), così come dei prodotti da forno e farinacei (11%) e dei prodotti lattiero-caseari (9%). Hanno un forte impatto su questo primato i prodotti a indicazione geografica protetta (Igp), che incidono per oltre il 30% sulle nostre esportazioni verso Londra e che grazie all’accordo commerciale raggiunto continueranno a essere riconosciute e tutelate in territorio britannico”. (ANSA).

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