Arcigay, silenzio istituzioni su aggressione omofoba Arezzo

“Negli ultimi mesi abbiamo registrato casi di omo-lesbo-bi-trans-fobia nel territorio comunale e provinciale, non ultimo quello accaduto sabato scorso per le vie del centro di Arezzo a Giacomo. In tutti i casi denunciati si è riscontrato il silenzio assordante delle istituzioni, sia da parte del Comune di Arezzo che della Provincia di Arezzo”. Così il comitato provinciale Arcigay Arezzo ‘Chimera Arcobaleno’. “Non vogliamo pensare che per chi amministra questi enti le violenze subite dalla comunità Lgbti+ siano secondarie a tal punto da non essere nemmeno prese in considerazione per un post di solidarietà – aggiunge l’associazione in una nota -, ma è comunque sintomo di una totale assenza di politiche per l’educazione ed il rispetto delle differenze. Fin dall’insediamento di queste giunte si è registrata la totale indifferenza verso le attività e le finalità portate avanti da Chimera Arcobaleno, se non per invitarci ad un ipotetico decoro prima del Toscana Pride”. Per l’arcigay di Arezzo “se sul mancato sostegno istituzionale alle attività possiamo soprassedere, non possiamo tacere di fronte all’indifferenza che viene mostrata verso le violenze fisiche e gli insulti. Non ci spaventa camminare in solitudine dentro alla tempesta, ma sarebbe giusto che i cittadini e le cittadine di Arezzo e Provincia potessero contare su amministrazioni attente alle necessità di tutte e tutti, e non distanti come invece sono purtroppo abituate a fare da tempo”. (ANSA).
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Nardini, solidarietà a vittima aggressione omofoba Arezzo
“Secondo quanto denunciato da Chimera Arcobaleno, lo scorso sabato sera un ragazzo queer è stato aggredito nel pieno centro di Arezzo, prima verbalmente, poi fisicamente con due colpi in pieno viso. Al ragazzo e a tutta la comunità Lgbtqia+ aretina voglio esprimere la mia vicinanza e solidarietà”. Così, in una nota, l’assessora alle Pari opportunità della Regione Toscana Alessandra Nardini commenta la notizia diffusa da un’associazione Lgbtqia+ riguardo a un episodio di omobitransfobia di alcuni giorni fa ad Arezzo. “Le aggressioni di matrice omolesbobitransfobica non sono affatto episodi isolati – prosegue Nardini – e voglio dire con forza che per tutto questo nella nostra Regione non ci deve essere spazio. La Toscana è terra di inclusione e di uguaglianza, la prima Regione in Italia a essersi dotata di una legge contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere”. “Continueremo a combattere – conclude l’assessora – per la piena cittadinanza di tutte e di tutti e affinché nessuna persona sia discriminata, offesa o picchiata per chi è o per chi ama. Come ho già detto in più occasioni, serve il coraggio di un intervento normativo nazionale che protegga chi oggi è più a rischio. Ecco perché è fondamentale che si arrivi il prima possibile all’approvazione definitiva del ddl Zan”. (ANSA).

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