Appalti pilotati, arrestate quattro persone Operazione Carabinieri Vicenza a Palermo, Venezia e Livorno

I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Vicenza, con la collaborazione dei colleghi dell’Arma locale, stanno eseguendo in queste ore, nelle province di Palermo, Livorno e Venezia, quattro misure cautelari di arresto domiciliare nei confronti degli appartenenti a un’associazione a delinquere che avrebbe commesso vari episodi di corruzione fra privati. Le indagini sono iniziate lo scorso novembre dopo l’esposto di una azienda vicentina, leader a livello nazionale nel servizio di ristorazione. I quattro, sfruttando la fiducia della proprietˆ, orientavano sistematicamente le procedure di aggiudicazione degli appalti privati del gruppo a favore di imprese disponibili a riconoscere loro una percentuale dell’importo del contratto di forniture di opere o servizi. Dalle indagini dei Carabinieri, il ricavato supera i 300.000 euro. Altre 45 persone, rappresentanti o titolari di impresa, sono state denunciate poichŽ ritenute responsabili della sola corruzione tra privati, per aver elargito le tangenti. (ANSA)Appalti pilotati:vittima Serenissima,’mente’ suo dipendenteVittima  la Serenissima Ristorazione SpA, leader a livello nazionale nel servizio di ristorazione in strutture pubbliche e private,il cui vertice aveva espresso concreti dubbi circa la regolare condotta aziendale di alcuni suoi collaboratori. E infatti tre di essi sono al centro dell’inchiesta: Mattia Foffano, 44 anni, di Martellago (Venezia), responsabile area tecnica era ‘la mente’ e contava sulla collaborazione di due sottoposti Alessandro Zinato, 43, di Legnaro (Padova) e Antonino Ivan Cocheo, di 36 anni, di Palermo, responsabile area tecnica per il sud Italia. Arrestato anche il procacciatore d’affari Giacomo Massini, 47, di Cecina (Livorno). Gli indagati, sfruttando la fiducia della proprietˆ, orientavano sistematicamente le procedure di aggiudicazione degli appalti privati del gruppo a favore di imprese disponibili a riconoscere al sodalizio una percentuale dell’importo del contratto di forniture di opere o servizi. Le ‘fila’ erano mosse da Foffano incaricato di gestire la predisposizione dei capitolati, invitare le aziende, procedere all’apertura delle buste per una prima valutazione delle offerte da far poi visionare alla proprietˆ, in merito agli appalti di natura privatistica che l’azienda avviava in Italia. Il meccanismo prevedeva la sottoscrizione di un fittizio contratto di procacciamento d’affari con una societˆ creata ad hoc da Foffano, intestata al padre quale prestanome, da parte di taluni dei fornitori di servizi e opere, che prevedeva una percentuale sull’importo del lavoro, da devolvere” a questi quale indebita provvigione per la segnalazione. Gli altri due dipendenti riferivano a Foffano se i lavori erano stati o meno eseguiti e soprattutto se le “provvigioni” erano state versate. Infine c’era Massini che individuava le imprese a cui affidare i lavori e quindi chiedeva le indebite “provvigioni”. (ANSA).”

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