Anmil, impossibile una fase 2 senza la formazione sulla sicurezza ai lavoratori

La grave situazione emergenziale determinata dalla pandemia da #Covid-19 ha reso necessaria lÕadozione di misure per la gestione e il contenimento dellÕepidemia in tutti i settori economici che, inevitabilmente, si riflettono sulla continuitˆ di tutte le attivitˆ formative, anche di quelle – fondamentali ed obbligatorie – per la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, su cui  stato posto il divieto dai provvedimenti adottati dal Governo, eccetto che per lÕerogazione in modalitˆ a distanza.Proprio a tale ultimo riguardo, infatti, il Ministero del lavoro, accogliendo anche le sollecitazioni provenienti dallÕOIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro), ha chiarito che  possibile utilizzare modalitˆ di formazione a distanza, invece che in aula, ritenendo ammissibile in via temporanea, lo svolgimento delle attivitˆ formative in videoconferenza esclusivamente con modalitˆ sincrona, ad esclusione della parte pratica dei corsi, in modo da garantire la verifica delle presenze dei soggetti da formare e la piena interazione tra questi ultimi e i docenti (ad esempio assicurando la condivisone del materiale didattico, la possibilitˆ di formulare domande etc.)”.”Si tratta di un intervento chiarificatore molto importante, ma da solo non sufficiente – dichiara il Presidente Anmil, Zoello Forni – specie in un momento in cui molti settori hanno visto modificarsi il rispettivo livello di rischiositˆ associato allÕattivitˆ svolta, proprio in ragione della pandemia in corso. Infatti, mentre il nostro sistema produttivo si prepara a ripartire, permane lÕimpossibilitˆ per i datori di lavoro di formare i lavoratori nei propri luoghi di lavoro, pur nel rispetto di tutti i protocolli anti contagio”.Lo stop alle attivitˆ formative sta generando forte preoccupazione, non solo tra i datori di lavoro, nei confronti dei quali permangono tutti gli obblighi previsti dalla legge, ma anche tra i lavoratori, consapevoli dellÕimportanza della formazione al fine di prevenire infortuni e malattie.”Del resto – prosegue Forni – anche in questi mesi di #lockdown, non sono comunque mancati gravi incidenti che hanno visto i lavoratori dei settori attivi infortunarsi o ancor peggio perdere la vita. Non vi  dubbio, infatti, che il complessivo calo degli infortuni sul lavoro denunciati allÕInail nei primi tre mesi del 2020, 130.905 rispetto ai 157.576 dellÕanalogo periodo del 2019, come pure la flessione, nei primi due mesi del 2020 rispetto al medesimo periodo dello scorso anno, dei provvedimenti di sospensione dellÕattivitˆ di impresa (da 1.290 a 1.233) e di arresto (da 27 a 10), adottati dallÕInl (Ispettorato Nazionale del Lavoro), siano in buona parte frutto delle misure di lockdown, non giˆ dunque di un improvviso miglioramento delle condizioni di tutela sui luoghi di lavoro”.”In questo scenario nazionale – sottolinea il Presidente dellÕAnmil – al fine di accompagnare al meglio la difficile ripresa delle attivitˆ economiche  necessario che il Governo, auspicabilmente giˆ dal prossimo ‘decreto rilancio’, introduca misure di favore non soltanto per lÕestensione dellÕutilizzo dellÕe-learning ma, ove possibile, per la ripresa della formazione nei luoghi di lavoro. Nelle aziende sicure, infatti,  possibile garantire lÕerogazione dei corsi in presenza nel pieno rispetto dei protocolli anti contagio”.é proprio in questÕottica che lÕAnmil, con il supporto di Aifes (Associazione Italiana dei Formatori ed Esperti in Sicurezza sul Lavoro), ha giˆ chiesto al Governo, in primo luogo, che la formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro possa essere erogata interamente in modalitˆ e-learning con riferimento a tutte le tipologie di corso nonchŽ ad ogni tipologia di modulo formativo, con la sola eccezione delle esercitazioni e delle prove pratiche a fini valutativi, fermo restando lÕobbligo delle prove finali.Nella stessa logica, ha chiesto inoltre che, possano essere consentite le attivitˆ formative e di addestramento in presenza, purchŽ svolte nel luogo di lavoro e nel rispetto delle disposizioni di cui allÕarticolo 2, comma 6 del D.P.C.M. 26 aprile 2020.Lo dobbiamo al Paese, dopo la lunga serie di vittime da Covid-19 che ha profondamente segnato la vita e la sensibilitˆ di tante famiglie, e non possiamo ritrovarci a piangere una nuova ondata di morti causate dal lavoro.TN da ildiariodellavoro.it”

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