Angelini (Cgil), “Puntare su welfare, ambiente e infrastrutture”

Dalida Angelini, Confindustria mette insieme l’elenco delle priorità da chiedere ai candidati presidenti regionali sulla base di uno studio commissionato al Sant’Anna. La Cgil Toscana di cui lei è segretaria concorda con la tradizionale controparte o propone altre priorità?

“Per prima cosa va detto che nonostante sia importante qualsiasi studio sul territorio, ci avevamo già pensato da tempo. Ricordo che molti dei temi individuati dall’indagine del Sant’Anna sono già nel patto per lo sviluppo firmato, il luglio scorso, tra Regione e parti sociali, sindacati e Confindustria compresi. Oltretutto, alcuni di questi punti rientrano anche dentro il decreto semplificazione. Il patto vale a prescindere da chi vincerà le elezioni e il problema è nostro: di farlo rispettare. Sono obiettivi che generano lavoro buono, lavoro con i diritti. Io lo voglio far rispettare e la politica non può cambiare le carte già in tavola da una stagione all’altra. Nel patto ci sono anche infrastrutture, economia circolare, innovazione, digitale. È vero che i candidati parlano assai poco di sviluppo e lavoro. Ma noi dobbiamo stare con il fiato sul collo a chiunque guiderà l’amministrazione perché il patto venga accelerato e anche implementato alla luce delle necessità evidenziate o create dalla pandemia”.

In questo senso quale obiettivo aggiunge per primo?

“Lo metto, adesso, al primo posto in assoluto. Welfare e in primo luogo la sanità. il Covid ha dimostrato che funziona molto bene la parte degli ospedali, meno, quella dell’assistenza territoriale che dunque va rafforzata, a cominciare dalle Case della salute per cui non basta un cartello se poi sono vuote”.

Pensa anche alle Rsa di cui lei propose già all`inizio della pandemia una discussione se dovessero tornare al pubblico?

“Non è tanto questione di gestione,possono essere anche gestite da privati o cooperative. Ma l’indirizzo deve essere pubblico. Ma soprattutto devono essere l’ultima spiaggia. Gli anziani devono poter restare il più possibile nel loro ambiente e i familiari devono essere messi in condizione di avere gli strumenti per garantire loro una vita in continuità con quella che hanno sempre avuto. Va rafforzata l’assistenza a casa e vanno anche ripensate in loro funzione le città che non sono mai posti per vecchi. Basti pensare alla mancanza di piccoli negozi di vicinato, oppure alle difficoltà di usare trasporti. Che non sono particolari banali”.

È appena partito un progetto regionale su proposta dei sindacati dei pensionati.
“Quella è la direzione giusta. In questo caso il titolo “A casa in buona compagnia” allude agli strumenti che permettono agli anziani di essere in compagnia e assistiti a distanza per via informatica. Tutto questo crea posti di lavoro di qualità e incrementa la ricerca, rendendo possibile per molti giovani restare in Italia”.

Il secondo suo obiettivo?
“Le infrastrutture. Appena se ne parla sorgono subito i comitati del no. Ma basta riflettere che dove più mancano , come sulla costa, la situazione economica e il lavoro sono peggiori. Basta fare l’esempio della Tirrenica o anche quello dei treni che per andare da Firenze a Roma ci mettono un’ora e mezzo e due da Firenze alla Versilia. Le aziende non si installano dove spostare le merci costa di più”.

Il terzo?

“L’ambiente che è l’economia del futuro. A partire dall’economia circolare per cui per esempio il distretto del cuoio ha già concluso l’accordo con la Regione e di cui bisognerà seguire l’esempio.  E, su tutto, la formazione sennò gli obiettivi sono irrealizzabili”.
i.c. da la Repubblica/Toscana ed 05.09. 2020

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