Acque inquinate da erbicidi, Diocesi Pistoia preoccupata “agire prima che sia troppo tardi”

La Diocesi di Pistoia esprime preoccupazione a seguito del rapporto Arpat sulla situazione delle acque superficiali inquinate da erbicidi nel Pistoiese, facendo riferimento in particolare alla “massiccia presenza di glifosate nelle acque superficiali”. “Quella del vivaismo – puntualizza una nota della Diocesi – è una realtà fondamentale, strettamente legata a Pistoia e al territorio della piana. Questa realtà imprenditoriale, radicata da oltre un secolo, nonostante la crisi economica degli ultimi anni, ancor più quella recente, continua a garantire lavoro e dignità a migliaia di famiglie, rappresentando un importante volano di sviluppo ed esprimendo alti valori di professionalità e competenze insieme ad una indiscussa capacità imprenditoriale, ha permesso l’espandersi del comparto del verde fino a raggiunge ben 56 Paesi del mondo”. Per questo, “fuori da allarmismi – prosegue la Diocesi -, occorre riflettere ed agire prima che sia troppo tardi. Su questo punto vogliamo condividere alcuni auspici per stimolare il dibattito e indirizzarlo verso soluzioni da perseguire sulla via della sostenibilità. In primo luogo, come già affermato dal vescovo in molte occasioni, è ormai urgente che si creino sinergie importanti fra le aziende per investire maggiormente in ricerca e sviluppo, in particolare per la creazione di strumenti, finanche veri e propri marchi di filiera, che certifichino i prodotti pistoiesi come ‘Water Bio'”. Inoltre, “per fronteggiare la drammatica crisi dei ‘piccoli’ vivaisti, specialmente in questo contesto di crisi generale, la Chiesa di Pistoia e il suo vescovo chiedono ai tavoli di lavoro, alle categorie tutte, alle istituzioni e agli istituti di credito, di ideare strumenti ad hoc per l’aiuto alle microimprese del settore green, senza alcun dubbio le più colpite oggi e le più in difficoltà nel trovare risorse idonee da investire nella ricerca e nello sviluppo di processi e prodotti con minor impatto ambientale”. (ANSA).

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