Gli episodi di questi giorni evidenziano ci che noi diciamo da tempo in tutte le sedi: manca un governo corale della questione migranti, soprattutto negli obiettivi.La Prefettura e quindi il Ministero degli Interni continuano a gestire la questione come se si trattasse di un adempimento di ?distribuzione? territoriale:- non risulta chiaro e trasparente come e dove vengono distribuiti i migranti sbarcati in attesa di riconoscimento, cosa viene fatto fare loro e che relazioni vengono costruite sul territorio;- non si sa quando i migranti ricevono lo status di rifugiato, dove vanno e come vengono orientati, quanti sono e cosa fanno;- non sappiamo come vengono gestiti i migranti identificati e in attesa di definizione dello status.In pratica i rapporti sono solo con gli EE.LL. che ospitano e non esiste un governo di rete di questi punti di accoglienza.Manca completamente un ruolo di coordinamento della Citt Metropolitana. Il caso di Sesto Fiorentino lo dimostra, per la mancanza di iniziative coordinate su area vasta per persone che avevano gi lo status di rifugiato.Orientamento al lavoro, individuazione di alloggi, distribuzione sul territorio, politiche dei ricongiungimenti, sono iniziative complesse sotto molti aspetti e che per questo richiedono una regia continuativa.Problema impellente cosa far fare ai migranti in attesa di riconoscimento: l’inattivit dentro strutture, talvolta inadeguate, in attesa di notizie contribuisce ad annichilire queste persone, contrasta con la dignit umana, con un rischio potenziale per la sicurezza complessiva dei migranti e dei cittadini residenti.Dobbiamo davvero pensare, a partire dalle buone pratiche che certamente esistono sul territorio per l?impegno di amministratori, operatori e associazioni, come riconoscere e valorizzare socialmente le persone migranti, con la loro storia e il desiderio di relazionarsi col nuovo mondo.L’inattivit forzata produce tensione e senso di inutilit , con spreco anche delle risorse che vengono investite.Definire obbiettivi credibili di accoglienza e inclusione, con un trasparente utilizzo delle risorse utilizzate, anche il modo necessario per contrastare la propaganda di quanti di quanti di fronte alle sfide drammatiche e globali che dobbiamo affrontare, alimenta paura e rancore verso quanti cercano protezione dalla guerra e dalla miseria.Noi pensiamo che il lavoro, collegato a percorsi formativi sia la chiave pi giusta ed efficace su cui investire.Troviamo insieme le forme e le modalit utili , nel rispetto dei diritti di tutte e di tutti, migranti e lavoratori residenti. Allarghiamo le esperienze positive presenti nel territorio.Per questo rinnoviamo la richiesta di un tavolo provinciale, coordinato da prefettura e Citt metropolitana, che veda coinvolti i Comuni, la Regione, le o organizzazioni sociali, l’associazionismo. Noi ci siamo.Firmato: Cgil Firenze (oggi su Repubblica Firenze gli stessi concetti sono stati espressi dalla segretaria generale Paola Galgani in una intervista)
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