Aborto, il Coord.Donne Cgil Toscana: “Dagli Usa sentenza di inciviltà”

Sentenza Corte suprema Usa sull’aborto, Barbara Orlandi (Coordinamento Donne Cgil Toscana): “La libertà e l’autodeterminazione delle donne scorrono come una corrente infinita, è inarrestabile e inafferrabile, comunque proviate a fermarla vi si ritorcerà contro e la politica che muove le sue carte sul corpo delle donne ha sempre vita breve. Le donne di tutto il mondo hanno reagito all’unisono contro una sentenza di inciviltà e la nostra forza si è ancora più consolidata”

A distanza di pochi giorni, la Corte Suprema Usa stabilisce che per andare in giro armati non serve un valido motivo e abolisce la storica sentenza Roe v.Wade con cui nel 1973 la stessa Corte aveva legalizzato l’aborto negli Usa: “La Costituzione non conferisce il diritto all’aborto”, si legge nella sentenza.
Pare che la Corte non sia chiamata in causa sulla guerra, diversamente potremmo attenderci decisioni ancora peggiori di quelle che già sono state assunte.
Ma possiamo comunque esprimerci sul fatto che sembrerebbe, messe le due sentenze a confronto, che “sparare per uccidere va bene” a condizione che ci ripopoliamo e a prescindere se le donne, che dovrebbero partorire nuove creature (le stesse che poi qualcuno può uccidere), siano d’accordo o no.
Allora, si tratta di chi detiene il potere della vita? Chi la toglie o chi la dà?
E’ già sufficientemente complicato, e responsabilmente difficile, procreare in questo tormentato mondo. Dal clima alle guerre, dalle pandemie alle povertà, il futuro che attende chi deve ancora arrivare sembra orribile e, conseguentemente, non ci si stupisca del calo demografico, più o meno stabile nel mondo occidentale.
Ma su qualcosa vorremmo stupirvi.
Sappiate che le donne che non vogliono metter al mondo un figlio o una figlia sono sempre state disposte a rischiare anche la loro vita, sappiate che solo un corpo di donna conosce la vita, sappiate che la responsabilità di una nuova esistenza è solo nella conoscenza delle donne.
Ogni donna sa quante vite ha custodito, partorito o espulso.
Quanti uomini possono dire la stessa cosa?
Questo potere è solo nelle nostre mani. Piaccia o non piaccia non si sfugge da questa realtà. Allora ecco perché si prova a ristabilire un ordine di potere attraverso proibizioni e sanzioni. Un potere patriarcale che ristabilisca una gerarchia assoluta a partire da ciò che potreste non conoscere mai.
In parole semplici: quanti figli avete concepito voi uomini? Difficile che lo sappiate, a meno che non abbiate rispettato regole rigidissime che religioni oscurantiste prevedono: una sola donna e solo rapporti sessuali completi in funzione della riproduzione. Se così è, siete tranquilli. Diversamente, potreste avere figli o figlie in giro per il mondo a vostra insaputa oppure che altri non abbiano mai conosciuto la vita, sempre a vostra insaputa.
Ma, se volessimo essere ancora più obiettivi/e potremmo anche dirvi che, se appartenete ad una religione che condanna l’aborto, e ne siete rispettosi, basta che non lo facciate. Diversamente, se ciò che i dogmi della vostra religione non consentono devono essere proibiti per legge, allora significa che la vostra fede è pressoché inesistente e, quindi, tramite il potere della proibizione si rafforza la fede, vera o finta che sia.
La libertà e l’autodeterminazione delle donne scorrono come una corrente infinita, è inarrestabile e inafferrabile, comunque proviate a fermarla vi si ritorcerà contro e la politica che muove le sue carte sul corpo delle donne ha sempre vita breve.
Le donne di tutto il mondo hanno reagito all’unisono contro una sentenza di inciviltà e la nostra forza si è ancora più consolidata.

Firmato: Barbara Orlandi (Coordinamento Donne Cgil Toscana)

Aborto: Cgil nazionale, sentenza Corte Suprema Usa grave e lesiva

“La sentenza della Corte Suprema Usa che, dopo cinquanta anni, cancella, di fatto, il diritto costituzionale all’aborto, è una decisione che reputiamo grave e lesiva del diritto delle donne a decidere in piena libertà del proprio corpo”. E’ quanto si legge in un comunicato della segreteria nazionale della Cgil.
“Sappiamo cosa è significato e cosa significherà – prosegue il comunicato – impedire le interruzioni di gravidanza legali: aborti clandestini praticati senza alcun riguardo nei confronti della salute e della sicurezza delle donne e occasioni di guadagno, a discapito delle stesse, da parte di chi praticherà l’aborto in modo illegale. Come sempre, a pagare il prezzo più caro saranno le donne e lavoratrici più povere, coloro che vivono nei contesti più svantaggiati, e questo costituirà un’ulteriore causa di disuguaglianze sociali. Che questa regressione culturale avvenga in un contesto dove vige un’assurda liberalizzazione nella vendita delle armi che determina, ogni anno, sanguinosi massacri nelle scuole, ci lascia ancora più interdetti”.
“Questa scelta – conclude il comunicato – riporta indietro il mondo di cinquant’anni; la battaglia condotta dalle donne, anche nel nostro Paese, per rendere legale l’aborto è stata una battaglia di civiltà dalla quale non accetteremo mai di tornare indietro. Per questa ragione la Cgil è accanto alle donne statunitensi nella loro necessaria e giusta contestazione per ripristinare il diritto imprescindibile all’autodeterminazione e, quindi, alla libertà di scelta e continuerà a battersi per la piena attuazione della Legge 194”.

Pulsante per tornare all'inizio