25ottobre Cgil: sugli appalti serve un cambio di passo sostanziale tutogliioincludo

Riduzione del numero delle stazioni appaltanti e delle centrali di spesa; lotta al massimo ribasso; individuazione di una dimensione sociale della riforma del codice appalti; applicazione del contratto prevalente contro il Far West; una legge di iniziativa popolare che dia garanzie ai lavoratori impiegati nelle filiere degli appalti. Questi in sintesi i punti centrali della proposta della Cgil per determinare un cambio sostanziale in tema di appalti, elencati dal segretario confederale, Franco Martini, nel corso del seminario Direttive europee in materia di appalti pubblici promosso dal sindacato alla presenza, tra gli altri, del numero uno di corso d’Italia, Susanna Camusso, e del presidente dell’autorita’ anticorruzione, Raffaele Cantone. Un tema, quello al centro dell’iniziativa della Cgil, che rientra appieno nel dibattito sulla riforma del mercato del lavoro. Se la sfida che ci viene lanciata con la riforma del mercato del lavoro – ha precisato Martini – e’ definire una nuova politica del lavoro fondata sulla parita’ dei diritti, sulla qualita’ del lavoro e su una maggiore certezza di prospettive occupazionali, tutto cio’ non puo’ prescindere da un salto di qualita’ nella politica degli appalti. Questi ultimi, infatti, sono prevalentemente sinonimo di destrutturazione del ciclo produttivo, di sfruttamento del lavoro, di assenza di diritti, di inquinamento dell’economia. Sarebbe impensabile riformare il lavoro in Italia, senza imporre una diversa politica degli appalti e per questo ci siamo attrezzati di proposte. Un seminario promosso dal sindacato nella fase di recepimento delle direttive europee in materia. Questione, ha spiegato il segretario confederale Cgil nella sua relazione introduttiva, non indifferente come avverra’, se dobbiamo e vogliamo cambiare verso alla politica degli appalti. asca

Pulsante per tornare all'inizio