Losacco (Silp Cgil), riconoscenza a chi ha contrapposto ideale di libertà a logica di morte

Festeggiare il 25 aprile significa ricordare e ricordare non è mai abbastanza rispetto al sacrificio di coloro che, rinunciando a se stessi, si sacrificarono per il bene comune.
Il 25 aprile deve celebrare l’unione e non la divisione, nel rispetto e nella riconoscenza per quanti hanno contrapposto l’ideale di vita, di democrazia e libertà alla logica di morte ed oppressione.
Tra coloro che perseguirono questi ideali vi furono molti poliziotti che scelsero di schierarsi dalla parte degli oppressi per riscattare tutti quei diritti su cui la Costituzione apporrà il proprio sigillo a sancirne l’inviolabilità. Questi stessi uomini negli anni seguenti portarono avanti la battaglia sul fronte delle conquiste della propria dignità lavorativa.
 Sarà un lungo ed affannoso periodo di rivendicazioni e sofferenze che, col supporto di quelle forze sociali e politiche antifasciste, porterà sino a quel fatidico 1 aprile 1981 in cui venne varata la Legge 121 che riformerà il Corpo delle Guardie di PS, schiudendo così le porte dei diritti e della democrazia anche per i lavoratori di Polizia.
Oggi come allora, le donne e gli uomini della Polizia di Stato, non hanno mai smesso di svolgere il loro compito per garantire ai cittadini l’esercizio di quei diritti e libertà conquistati col sacrifico di molti, nella consapevolezza di servire un Paese libero e democratico.
Antonio Losacco, Segretario Generale Silp Cgil Toscana
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