A Suvignano (Si) al via il progetto “Oliveta della Legalità”

Parte la raccolta delle olive a Suvignano (Si), il bene confiscato alle mafie e simbolo di riscatto sociale: al via il 16 ottobre “L’Oliveta della Legalità”, iniziativa promossa dalla cooperativa agricola sociale Il Santo con il sostegno di Libera Toscana, Arci Toscana, CGIL Toscana e SPI CGIL Toscana e altri importanti soggetti. “Lavorare in un bene confiscato significa restituirlo alla collettività trasformandolo in un luogo di crescita, memoria e futuro. L’olio che nascerà da queste giornate sarà l’olio della comunità, frutto di mani diverse unite da un impegno comune: quello della legalità”

Giovedì 16 ottobre prenderà il via la prima raccolta delle olive presso la Tenuta di Suvignano (nel senese), bene confiscato alle mafie e oggi simbolo di riscatto civile. L’iniziativa segna l’avvio ufficiale del progetto “L’Oliveta della Legalità”, bandito dalla Regione e promosso dalla cooperativa agricola sociale Il Santo insieme a Libera Toscana, Arci Toscana, CGIL Toscana e SPI CGIL Toscana e altri importanti soggetti.

“L’Oliveta della Legalità” nasce con l’obiettivo di valorizzare l’uliveto della tenuta attraverso un percorso che unisce agricoltura sociale, educazione alla legalità e inclusione. La produzione dell’olio extravergine diventa così non solo un’attività agricola, ma un’occasione per costruire comunità e diffondere una cultura basata su giustizia sociale, lavoro dignitoso e rispetto dei diritti.

Il progetto prevede:
– Raccolta collettiva delle olive con il coinvolgimento di cittadini e volontari, in giornate dedicate e in sicurezza.
– Attività educative e culturali, come laboratori per bambini, degustazioni, percorsi guidati sulla storia del bene confiscato.
– Campi estivi di impegno e formazione rivolti a giovani e associazioni, per curare l’oliveto e riflettere su temi come caporalato, sfruttamento lavorativo e mafie.

Il primo appuntamento è fissato per le giornate 16, 17 e 18 ottobre quando volontari e associazioni saranno impegnati nella raccolta delle olive. Parte del prodotto resterà alla società agricola Suvignano, mentre la restante parte verrà trasformata in olio e distribuita attraverso i canali di Libera e Arci, con un’etichetta speciale che racconterà la storia del progetto anche tramite QR code interattivo.

“Lavorare in un bene confiscato significa restituirlo alla collettività – dichiarano i promotori – trasformandolo in un luogo di crescita, memoria e futuro. L’olio che nascerà da queste giornate sarà l’olio della comunità, frutto di mani diverse unite da un impegno comune: quello della legalità”.
Come ricordava Peppino Impastato: “Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà”.

Per informazioni e per partecipare: WhatsApp al 3286946143

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