“Marmo: diritti, lavoro e sostenibilità”, a Pietrasanta (Lu) il convegno di Fillea e Cgil Toscana

A Pietrasanta (Lu) il convegno “Il futuro dei lavoratori del marmo: tra diritti, sicurezza e sostenibilità” promosso da Fillea CGIL Toscana e CGIL Toscana

Si è svolto oggi, al MuSA di Pietrasanta (Lu), il convegno organizzato dalla Fillea CGIL Toscana e dalla CGIL Toscana dal titolo “Il futuro dei lavoratori del marmo: tra diritti, sicurezza e sostenibilità”. Un appuntamento molto partecipato che ha visto la presenza di numerosi lavoratori del settore, insieme ai Sindaci del territorio, alla Regione Toscana, al Presidente del Parco Regionale delle Alpi Apuane, ai rappresentanti dell’ASL e delle associazioni datoriali.

Ha presieduto i lavori Fabrizio Simonetti, Segretario Generale CGIL Lucca, mentre l’introduzione è stata affidata ad Alessia Gambassi, Segretaria Generale Fillea CGIL Toscana. Tra gli interventi, quello del Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, del Direttore U.O.C. Prevenzione e Sicurezza e Ingegneria Mineraria Domenico Gulli, del Presidente Sezione Lapidei Confindustria Toscana Nord e CosMave Agostino Pocai, dei Sindaci di Stazzema e Minucciano Maurizio Verona e Nicola Poli, del Presidente della Cooperativa Apuana Vaglio Ottavio Baisi, di Michele Bertanelli RSU/RLS Henraux Cave e di Andrea Tagliasacchi, Presidente del Parco Regionale Alpi Apuane. A chiudere i lavori è stato Rossano Rossi, Segretario Generale CGIL Toscana.

La giornata ha confermato la volontà della Fillea e della CGIL Toscana, con i segretari generali Alessia Gambassi e Rossano Rossi, di “aprire un confronto ampio e costruttivo su un comparto produttivo fondamentale per l’economia del territorio, che conta un numero rilevante di occupati diretti”. Secondo i dati INAIL aggiornati al 31 ottobre 2024, nella provincia di Lucca si registrano 1.696 addetti, di cui 240 in cava e 1.456 nelle lavorazioni a piano, a cui si sommano gli occupati nell’indotto: dalla produzione di macchinari al trasporto, fino al commercio e ai servizi. Spiegano Fillea e Cgil Toscana: “Le cave rappresentano non solo luoghi di lavoro, ma una vera fonte di sostentamento per i paesi di montagna. Senza l’attività estrattiva, l’intero comparto non avrebbe futuro. È stato inoltre ricordato che le cave occupano solo il 3% della superficie del Parco delle Alpi Apuane, mentre il restante 97% offre margini di riflessione e di progettualità su nuove forme di sviluppo locale. Levigliani, in questo senso, è stato indicato come modello virtuoso, capace di coniugare attività estrattiva, turismo, contrasto allo spopolamento e sostegno alla qualità della vita.

“Vogliamo lavorare con orari di lavoro giusti e in sicurezza. Vogliamo andare a lavoro e la sera tornare a casa. Vogliamo farlo con l’opportuna formazione e non solo, pretendiamo di avere i giusti strumenti per poter lavorare in sicurezza”, ha detto Michele Bertanelli, Rsu-Rls Henraux. Il discorso integrale di Bertanelli, Rsu-Rls Henraux: SCARICA QUI

Per il sindacato, l’obiettivo resta quello di fare del marmo “una vera ricchezza collettiva, un patrimonio di tutti al pari delle montagne che lo generano. Una ricchezza che si traduca in buona occupazione, investimenti, qualificazione ambientale e sviluppo territoriale. Almeno il 50% del materiale estratto deve essere lavorato in loco, garantendo tracciabilità e trasparenza, e che la filiera va sostenuta anche attraverso interventi pubblici e valorizzata negli appalti.

Particolare attenzione, durante il convegno, è stata riservata alla sicurezza e alla salute dei lavoratori: formazione, utilizzo corretto dei DPI, organizzazione dei tempi e carichi di lavoro, riconoscimento del ruolo di RSU e RLS, oltre a controlli ispettivi mirati come quelli avviati dalla Regione Toscana con il piano straordinario del 2016. Centrale anche il tema dell’innovazione per ridurre gli scarti e migliorare la qualità dei materiali.

Infine, il convegno ha rilanciato la richiesta da parte del sindacato di una contrattazione che sappia introdurre misure di flessibilità capaci di favorire l’equilibrio tra vita e lavoro. In molte aziende del settore è già presente una contrattazione di secondo e terzo livello che rappresenta una base importante su cui costruire ulteriori tutele.

La CGIL e la Fillea hanno rimarcato con forza che il settore del marmo deve garantire più occupazione, di maggiore qualità e sicurezza, rispettando leggi e contratti, puntando su una lavorazione sempre più locale del materiale estratto, capace di generare sviluppo diffuso e sostenibile.

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