Sciopero e manifestazione a Calenzano (Fi) per la sicurezza sul lavoro, Rossano Rossi (Cgil Toscana): “Il Governo e le imprese devono mettere al centro la sicurezza sul lavoro”. Bernardo Marasco (Cgil Firenze): “Se il lavoro è frammentato, diviso, svalutato, lì si annida la possibilità di maggiori rischi per la sicurezza”
Manifestazione per la sicurezza sul lavoro a Calenzano (Fi) nel giorno dello sciopero provinciale unitario proclamato dopo l’esplosione al deposito: le dichiarazioni del segretario generale di Cgil Toscana Rossano Rossi e del segretario generale di Cgil Firenze Bernardo Marasco
Rossano Rossi (segretario generale Cgil Toscana): “Il mondo progredisce, ma non c’è verso di far calare il numero di morti e feriti sul lavoro. Anzi, in generale le condizioni di lavoro in alcuni casi sono persino peggiori di qualche tempo fa. È una costante che viaggia su due binari. Quello tecnico, su cui si dovrebbe intervenire con normative più stringenti, modifiche di legge, formazione ai lavoratori, più controlli e incrociati. E quello politico: abbiamo un mondo del lavoro deregolamentato, frastagliato, sfregiato dalle leggi che i vari governi che si sono susseguiti hanno fatto fino a oggi. Ciò rende il terreno fertile perché si accetti il lavoro purchessia. E quando si accetta il lavoro purchessia, non si accetta quel lavoro che ti permette di inserirti nella società, ma si accetta una forma di lavoro che spesso rasenta lo sfruttamento e spesso è carente proprio dal punto di vista della sicurezza. In questo contesto, creato dalla politica, ci sguazzano molto bene alcuni imprenditori. Il Governo e le imprese devono mettere al centro la sicurezza sul lavoro, ma per davvero”.
Bernardo Marasco (segretario generale Cgil Firenze): “Per la seconda volta quest’anno accade una strage sul lavoro a Firenze. Questo ci strazia, ma allo stesso tempo ci impedisce di restare zitti. La prima reazione è lo sciopero di oggi con la partecipata manifestazione a Calenzano. Una reazione a questo ennesimo atto che mortifica la dignità del lavoro. Anche in questo caso, pur nella grande diversità tra le vicende del cantiere Esselunga e del deposito Eni, il problema avviene dove ci sono intersezioni di lavoratori esterni ed interni al luogo di lavoro. A via Mariti c’erano gli addetti in appalto, qui c’era la dinamica del ‘carico scarico’. In generale, quando il lavoro è frammentato, diviso, svalutato, lì si annida la possibilità di maggiori rischi per la sicurezza. Quando svalutiamo il lavoro, gli togliamo la capacità di rappresentarsi, permettiamo che proliferi la precarietà, la differenza tra i contratti all’interno dello stesso luogo”.
LE PAROLE DI RE DAVID
“Il sistema di fare impresa va cambiato. Il tema di ridurre il tempo, del profitto, del fare tutto insieme sta portando le stragi”. Lo ha dichiarato la segretaria confederale della Cgil Francesca Re David, a margine della manifestazione ‘Basta morti sul lavoro’ organizzata a Calenzano (Firenze) dopo la tragedia al deposito Eni. Re David ha ricordato che le “stragi sono avvenute praticamente tutte in grandi aziende, per il 90% partecipate pubbliche. Non è un tema di sicurezza sulla carta, il problema è il rispetto concreto delle norme”.
“Se il governo dopo la strage di Esselunga” a Firenze “fa la patente a crediti, che dà punti alle imprese, poi taglia sulla finanza pubblica e dunque sui controlli” significa che “continua a lasciare mano libera alle imprese di fare quello che credono per aumentare il profitto. Allora ha grandissima responsabilità” tanto “quanto le imprese”. Lo ha dichiarato la segretaria confederale della Cgil Francesca Re David, a margine della manifestazione ‘Basta morti sul lavoro’, organizzata a Calenzano (Firenze) dopo la tragedia al deposito Eni. (ANSA).