Traghetti Elba, in 300 a presidio a Portoferraio (Li). Promosso dalla Cgil per tenere viva attenzione su collegamenti
Oltre 300 persone hanno partecipato questa mattina al presidio organizzato dalla Cgil Elba a Portoferraio (Livorno) al molo Onorato per tenere viva l’attenzione sulle problematiche legate ai collegamenti marittimi e alla continuità territoriale tra l’isola e il continente che penalizza cittadini residenti e pendolari.
LE PAROLE DI ROSSANO ROSSI (GUARDA IL VIDEO)
L’INTERVENTO INTEGRALE DI ROSSANO ROSSI (GUARDA)
Ha detto Rossano Rossi (segretario generale Cgil Toscana), presente al presidio insieme a Paolo Gozzani della segreteria Cgil Toscana: “Questa è una delle situazioni in cui bisogna dare a tutti i cittadini gli stessi diritti, e quindi urge garantire servizi adeguati anche per le località più disagiate. Questi servizi possono darli anche gli armatori accaparrandosi il lotto unico, non ci rimetterebbero ma ci guadagnerebbero comunque abbastanza”
LE PAROLE DI MIRKO LAMI
“La Cgil – ha spiegato Mirko Lami, della Cgil regionale – ha organizzato questo presidio pacifico al quale stanno partecipando anche le scuole, proprio per alzare i riflettori sul tema della continuità territoriale. In tutte le isole dell’arcipelago c’è questo problema, che pesa ad esempio sui lavoratori della sanità, sui pendolari ma pesa molto anche sui pazienti che devono fare le cure in continente. Per questo servono gli strumenti, cioè le navi con orari delle corse consoni. Ci sono traghetti datati, che ad esempio non hanno ascensori per barellati, e anche su questo vogliamo accendere i riflettori. Si faccia la proroga del bando sì, ma si intervenga anche non solo dove c’è da prendere la polpa, per dare un servizio anche alle altre isole minori che fanno parte dell’arcipelago toscano. Serve dunque accedere a finanziamenti per permettere l’innovazione sui navigli, sulle modifiche di orari e dare la possibilità a tutti di avere anche corse veloci. Noi all’Elba abbiamo un solo aliscafo che fa due corse al giorno, quindi c’è anche la necessità di aumentare le corse rapide. Un circuito che finisce per penalizzare anche diversi settori economici. Sulle tariffe ad esempio in un periodo morto come quello invernale le società sportive non possono trovarsi a pagare 30 euro a ragazzo: in tanti preferiscono perdere la partita a tavolino che sobbarcarsi il costo di una trasferta così onerosa. Va trovata una soluzione condivisa” (ANSA)