Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha lanciato l’allarme sui salari e sul lavoro in Italia, a pochi giorni dallo sciopero generale in programma per il prossimo 29 novembre. Durante una conferenza stampa ha spiegato: «La questione salariale è una questione politica e questo governo sta programmando una riduzione strutturale delle retribuzioni pubbliche. Facciamo un referendum e vediamo se i dipendenti pubblici sono d’accordo con un aumento solo del 6 per cento imposto dal governo annullando la concertazione contro il 17 per cento dell’inflazione». Landini ha anche parlato dei dati della Fondazione Di Vittorio secondo cui in Italia in 30 anni nei salari si sono persi oltre mille euro.
I numeri forniti dalla Fondazione Di Vittorio nel Rapporto sulle retribuzioni e le disuguaglianze non sono lusinghieri per il Paese. Si contavano, a settembre, 29 contratti nazionali da rinnovare, per un totale di 6,9 milioni di lavoratori. Ma nel documento ci si è concentrati soprattutto sul potere d’acquisto e sugli stipendi. Gli italiani hanno perso oltre mille euro, passando da 33.596 a 32.450 dal 1991 al 2023. Il calo è del 3 per cento ed è agli antipodi rispetto alla crescita del 30 per cento in Francia e Germania e del 9 in Spagna. Il potere d’acquisto è invece calato del 2,9 per cento, mentre la media Ue è di +23.
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