Pensioni, l’iniziativa Cgil-Spi a Buonconvento (Si) contro le bugie del Governo e la Manovra

Le donne ricevono pensioni inferiori agli uomini (anche nel pubblico si registrano disparità) mentre viene eroso il diritto alla pensione anticipata: a Buonconvento (Si) l’iniziativa Cgil-Spi sulla previdenza nella Legge di Bilancio. “Serve tutelare il potere d’acquisto di pensionate/i e un sistema pensionistico più equo, urgono risposte su sanità, non autosufficienza e fisco”

Le donne continuano a ricevere pensioni significativamente inferiori rispetto agli uomini. Questo riflette la persistente disuguaglianza salariale e occupazionale che le lavoratrici affrontano durante la vita lavorativa.
Anche nel pubblico, sebbene le pensioni siano superiori rispetto al privato, si riscontrano disparità di genere preoccupanti. Questo richiede interventi strutturali per garantire una maggiore equità pensionistica, a partire da interventi sul lavoro.
La riduzione delle pensioni vigenti nel 2024 rispetto all’anno precedente, inoltre, evidenzia una progressiva erosione del diritto alla pensione anticipata per molti lavoratori, aggravata dalle recenti riforme previdenziali: tra il 2022 e il 2023 ci sono state 324 pensioni in meno liquidate nel senese, in Toscana 2179. E per il futuro le previsioni non sono rosee: la media pensione lorda stimata in Toscana nel 2030 è per gli uomini 1270 euro mensili, per le donne 940. Nel 2040, per gli uomini 1100 e per le donne 810 (pensioni calcolate sul sistema contributivo).
Sono questi i punti principali dell’analisi che Cgil e Spi Cgil hanno fatto stamani a Buonconvento (Si) nel corso dell’iniziativa “Pensioni – Le bugie del Governo e la Legge di Bilancio”, dove sono intervenuti Gessica Beneforti (Segretaria CGIL Toscana), Rossano Rossi (Segretario generale CGIL Toscana), Ezio Cigna (Responsabile Politiche Previdenziali CGIL Nazionale), Lorenzo Mazzoli (Segretario Nazionale SPI CGIL), Lara Ghiglione (Segretaria nazionale CGIL), Anna Costagli (Segretaria SPI CGIL Toscana). Una iniziativa che è caduta proprio nell’Equal pay day, la giornata scelta dalle Ue per denunciare la disparità retributiva uomo/donna.
La vertenza previdenziale fa parte della piattaforma dello sciopero generale, per cambiare la Legge di Bilancio, che Cgil e Uil hanno indetto per il 29 novembre. Secondo Cgil e Spi, “il Governo torna nuovamente a colpire le pensioni, e per fare cassa. Dopo aver peggiorato la legge Monti/Fornero con le ultime due leggi di bilancio, eliminando qualsiasi flessibilità in uscita, i nuovi tagli che si profilano per il 2025 produrranno una perdita economica per i pensionati e le pensionate di migliaia di euro, è inaccettabile”.

I DATI (ELABORAZIONE OSSERVATORIO PREVIDENZA CGIL SU DATI INPS)

In provincia di Siena, nel lavoro privato, una donna ha una pensione media di fine carriera pari al 53% di quella di un uomo: il dato regionale toscano è del 56%, considerando che la pensione media di un uomo nel senese è di 2019,32 euro e a livello regionale è di 1789,27 euro. Nel lavoro pubblico, in Toscana una donna ha una pensione media pari al 73% di quella di un uomo (dato in linea con quello senese e quello nazionale), a conferma che al lavoro più stabile corrisponde una pensione più alta e che la dinamica del mercato del lavoro influisce sulla sicurezza pensionistica. Allargando lo sguardo sul dato regionale, vediamo infatti che nel privato solo nelle province di Prato, Firenze e Arezzo (caratterizzate tradizionalmente da una manifattura ad alto tasso di occupazione femminile) le pensioni a fine carriera delle donne hanno importi superiori alla media regionale.
Inoltre, sull’importo delle pensioni si registra la perdita netta complessiva nel triennio 2023-2025, che raggiunge, per una pensione netta nel 2022 di euro 1.732 euro, un importo di 968 euro, per una pensione netta di euro 2.029 una perdita complessiva di 3.571 euro, per una pensione netta di 2.337 euro una perdita complessiva di 4.487 euro, fino a raggiungere per una pensione netta di euro 2.646 euro una perdita netta complessiva di 4.534 euro. Tutto ciò determina, per un importo di pensione pari a 2.300 euro lorde nel 2022 (1.732 euro nette), una perdita netta, calcolata sull’attesa di vita media, per gli uomini pari a 8.772 euro e per le donne pari a 9.541 euro. Con importi di pensione superiori, la perdita calcolata sull’attesa di vita cresce, fino a raggiungere per una pensione lorda di 3.840 euro (pensione netta 2.646 euro) un mancato guadagno per un uomo pari a 40.992 euro, mentre, per una donna pari a 44.462 euro.

LE RICHIESTE DI CGIL E SPI CGIL AL GOVERNO

1) La tutela del potere d’acquisto dei pensionati, anche attraverso il rafforzamento e allargamento della 14°. È importante evidenziare che, così come per le retribuzioni, anche le pensioni devono essere salvaguardate nel loro potere d’acquisto. Tuttavia, i tagli alla rivalutazione, in particolare quelli prodotti dal Governo Meloni nel 2023-2024, con un’inflazione cumulata superiore al 15%, hanno avuto un impatto pesante sugli importi pensionistici.
2) Un sistema pensionistico equo, in grado di garantire il giusto diritto alla pensione per gli attuali pensionati e per le future generazioni, che sono penalizzate da carriere lavorative sempre più frammentate e precarie, attraverso l’istituzione di una pensione di garanzia.
3) Risposte efficaci su sanità, non autosufficienza e fisco, attraverso politiche che assicurino equità, universalità e redistribuzione a favore dei lavoratori, dei pensionati e dei giovani.

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