In questi mesi stiamo assistendo ad un dibattito, che io credo sia centrale per il futuro della Toscana, sui servizi pubblici locali. Lo dico senza girarci intorno: l’acqua è un bene comune e come tale va considerato, basta silenzi e tatticismi. Serve chiarezza, e chiedo a tutte le Amministratrici e gli Amministratori e alle forze politiche del territorio di Massa Carrara di averne, difendendo la gestione pubblica che abbiamo in Gaia, al netto della sua natura giuridica, dicendo no alla gestione pubblico-privata a cui si sta guardando nella Toscana centrale con l’ingresso del servizio idrico nella Multiutility e, piuttosto, lavorando ad esportare il nostro modello di gestione negli altri territori, a partire dalla Costa Toscana. La nuova gara per l’affidamento del servizio idrico della Toscana centrale a società pubblico-privato va nella direzione opposta a quanto si dovrebbe fare se si sostiene che l’acqua debba tornare pubblica, quella scelta non si pensi di poterla imporre ad altri. Troppe volte il nostro territorio è stato trattato come territori di serie B, credo che sia arrivato il momento di alzare la testa e far sentire la nostra voce, a partire dalla gestione dei servizi pubblici. Si rispetti la volontà popolare e ci si adoperi per una completa ripubblicazione anche in Toscana, evitando di raccontare bugie ai cittadini e alle cittadine. A differenza di quanto si vorrebbe far credere la gestione oggi, a parte nell’Ato Toscana nord, e’ affidata ad un modello pubblico-privato, le cose vanno raccontate per quelle che sono. E anche quando si parla di allargamento della multiutility a tutta la Toscana, bisognerebbe spiegare cosa succederebbe a territori come il nostro. Se si includesse infatti anche la gestione del servizio idrico, per come si sta delineando la discussione, vorrebbe dire per il nostro territorio fare dei passi indietro rispetto alla pubblicizzazione. Ad oggi, l’unico territorio che ha una gestione interamente pubblica dell’acqua in Toscana è quello della Toscana Nord, dove opera Gaia spa, in tutti gli altri ambiti infatti esiste una gestione pubblico-privata dove i partner privati detengono quote che vanno dal 40 al 45 %. Su questo serve chiarezza e servono azioni concrete da parte dei Comuni per garantire una piena ripubblicazione, nel rispetto della volontà popolare espressa chiaramente nel Referendum come giustamente ha ribadito il nostro Segretario regionale CGIL Rossano Rossi. Dire no, o rimandare con formule vaghe la decisione sull’eventuale quotazione in borsa della multiutility non basta, serve un sostegno vero a chi, come accade nel pisano, vorrebbe liquidare il socio privato per tornare ad una gestione interamente pubblica analogamente a quanto si dovrebbe apprestate a fare il territorio lucchese, con il possibile passaggio in Gaia dopo la gestione di Geal. Non esiste un unico modello possibile, la Costa sta già oggi dimostrando che di strade percorribili ne esistono anche altre. Il Comune di Milano non gestisce forse il servizio idrico con una società internante pubblica avendo le tariffe più basse d’Italia? Allora perché in Toscana si vuol far credere che l’unico modello possibile sia quello della multiutility a gestione mista!?
Nicola Del Vecchio, segretario generale Cgil Massa Carrara