“La lunga assenza di politiche industriali ha portato a una crisi che attanaglia siderurgia, automotive, camperistica, accessori moda: servono interventi altrimenti si rischia l’impoverimento industriale”: l’allarme dalle assemblee Fiom Toscana riunite a Firenze.
Daniele Calosi (Fiom Toscana): “Un tavolo regionale per salvaguardare occupazione e tessuto produttivo”. Rossano Rossi (Cgil Toscana): “Pronti alla lotta per dare risposte a chi lavora, il Governo non sta facendo il suo dovere”. Luca Trevisan (Fiom Cgil nazionale): “Fondamentale rinnovare i Contratti per alzare i salari”
Stamani a Firenze si sono svolte le assemblee della Fiom Toscana, presso la Casa del popolo di San Bartolo a Cintoia. Una occasione per discutere delle vertenze e della crisi industriali toscane, della battaglia contro l’autonomia differenziata e dell’esigenza di rinnovare il Contratto dei metalmeccanici anche per combattere il caro vita. All’assemblea sono intervenuti delegati e delegate di varie fabbriche dei vari territori della regione, oltre a sindacalisti della sanità e della scuola.
Ha detto Daniele Calosi, segretario generale Fiom Toscana: “C’è nella nostra regione una crisi che sta attanagliando i settori di nostra competenza, dalla siderurgia all’automotive fino alla camperistica e agli accessori moda. E’ una crisi che viene vissuta anche nel resto d’Italia ed è figlia della lunga assenza di politiche industriali, che alimenta il rischio della desertificazione industriale. Da questa assemblea di oggi nasce una richiesta di confronto alle istituzioni regionali e alle associazioni regionali di imprese per mettersi intorno a un tavolo: in questo momento di transizione energetica e tecnologica serve la salvaguardia dell’occupazione e del tessuto industriale, altrimenti si rischia un impoverimento sostanziale della struttura industriale della Toscana e la perdita di posti di lavoro. E anche il Governo deve fare la sua parte: ora non la sta facendo, il Pnrr e i piani di sviluppo non considerano adeguatamente queste tematiche”.
Ha aggiunto Rossano Rossi, segretario generale Cgil Toscana: “I settori della manifattura in Toscana hanno sempre trainato l’economia ma ora sono contraddistinti da una sommatoria di crisi e vertenze. La politica regionale deve mettere al centro questa tematica e il Governo deve fare il suo dovere ma temo che non lo farà, finora non l’ha fatto. Quindi dovremo lottare per ottenere ammortizzatori sociali ove necessario e politiche industriali credibili, oltre a mettere in campo azioni per far aumentare i salari che oggi non permettono a troppe persone di arrivare alla fine del mese”.
Ha concluso Luca Trevisan della segreteria Fiom Cgil nazionale: “Stiamo facendo assemblee come quella di oggi a Firenze in ogni regione, perché in questa fase serve il maggior sforzo possibile per rimettere al centro del dibattito pubblico la condizione materiale di chi lavora, dentro e fuori il luogo di lavoro. Il contratto è il punto decisivo: in questo paese c’è una questione salariale grande come una casa, i salari vanno aumentati attraverso il rinnovo dei contratti nazionali. Abbiamo in piedi una trattativa per il rinnovo del contratto dell’industria metalmeccanica e si apriranno tavoli negoziali anche per i rinnovi di altri contratti della categoria: urgono risposte su salario, lotta alla precarietà, salute e sicurezza, riduzione dell’orario di lavoro tenuto contro dei processi della transizione. Parallelamente, al governo facciamo una forte richiesta di ridurre la pressione fiscale su pensionati e lavoratori. Le risorse per farlo si prendano dove ci sono, tassando i redditi alti e le rendite, combattendo l’evasione fiscale e creando le condizioni di una fiscalità più progressiva”.