“I dati ufficializzati della quasi totalità delle risorse del Pnrr per finanziare gli interventi dell’ecobonus, con detrazione al 110%, sono lo specchio di quanto sta avvenendo nell’attuazione del Piano”. Ad affermarlo il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari.
Da un’analisi realizzata dalla Cgil sui dati del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica relativi all’investimento 2.1 del Pnrr “Rafforzamento dell’Ecobonus per l’efficienza energetica” emergono alcuni elementi “preoccupanti” che “necessitano chiarimenti”. I progetti finanziati sono 60.755. Le risorse complessivamente utilizzate sono pari a 13,726 miliardi di euro. Di queste risorse poco meno di 3,617 mld sono stati spesi nelle otto Regioni del Mezzogiorno, ben al di sotto della soglia del 40% prevista dalle disposizioni sulla riduzione dei divari territoriali di cui il Pnrr dovrebbe farsi carico. Inoltre, i metri quadri oggetto di intervento sono oltre 17,5 mln, con una sperequazione dei costi particolarmente evidente quando si vanno ad esaminare i singoli interventi.
Per Ferrari: “Risultano opachi, se non completamente oscuri, i criteri di scelta degli interventi finanziati, con particolare riferimento a quelli che sostituiscono le risorse nazionali (cosiddetti progetti in essere). Nessuna informazione viene fornita rispetto all’effettivo raggiungimento, per ogni intervento, dell’obiettivo del risparmio di energia primaria di almeno il 40%, a fronte anche di varie procedure di infrazione attivate dall’Ue in tema di qualità dell’aria”.
Rispetto alla ripartizione delle risorse a livello regionale, il segretario confederale sottolinea: “La quota destinata al Mezzogiorno, appena il 26%, è largamente inferiore a quella che il Pnrr dovrebbe ordinariamente destinare a quei territori”. E per quanto riguarda le differenze dei costi medi per mq, sostiene “appaiono in molti casi inspiegabili e potrebbero essere oggetto di severi controlli ex post”. Inoltre, aggiunge il dirigente sindacale “viene del tutto ignorato il tema della salute e sicurezza dei lavoratori delle imprese che hanno effettuato gli interventi di efficientamento energetico, sul quale non risulta alcuna verifica”.
“Si conferma così l’idea del governo Meloni di utilizzare il Pnrr come uno strumento di parte e non come un’opportunità per l’intero Paese. Una scelta – conclude Ferrari – che rischia di far naufragare l’intero Piano, o quantomeno di ridurne pesantemente gli aspetti positivi”.