“Mentre si continua a fare passerella nelle scuole di formazione del personale di Polizia Penitenziaria e si annunciano Decreti leggi risolutori sul pianeta carcere, Firenze Sollicciano deve gestire l’ennesima rivolta. Rivolta scatenatasi in seguito al suicidio di un giovane detenuto. Firenze Sollicciano rappresenta senza ombra di dubbio tutto il disastro del pianeta carcere, da anni e nonostante le tante promesse fatte continua ad essere un posto infernale per chi ci lavora e per chi è detenuto”.
Lo scrive in una nota il coordinatore nazionale Fp Cgil della Polizia penitenziaria, Donato Nolè.
“Il personale allo stremo, scoraggiato, amareggiato, chiamato a contrastare da solo tutte le carenze organizzative e strutturali, non ne può più. Le pessime condizioni di vita all’interno della struttura hanno di fatto creato la condizione migliore, per una parte di detenuti, i più facinorosi, che di fatto si sono sostituiti all’istituzione per la gestione dei ristretti, i quali anche non volendo a volte sono costretti ad assecondare il loro volere, perché il tutto è fuori controllo”, osserva.
“Appreso del Decreto Legge – Misure Urgenti in Materia Penitenziaria di Giustizia Civile e Penale del Ministero della Giustizia”, prosegue il sindacalista, “le misure sono talmente urgenti che le assunzioni di 1.000 poliziotti penitenziari verranno fatte per 500 unità nel 2025 e le altre 500 nel 2026. Per deflazionare le presenze dei detenuti, e a nostro parere solo ed esclusivamente per evitare una ulteriore condanna dall’Europa, è stata rivista ed amplificata la sola liberazione anticipata. Tanto, se nell’immediato produrrà qualche effetto, non rappresenta sicuramente una soluzione, anche parziale, del problema. E’ ampiamente dimostrato che il tasso di recidiva di chi viene dimesso dal carcere senza un vero programma di trattamento ed accompagnamento all’inserimento sociale è di circa il 70%, tanto vuol dire che presto le persone che verranno messe in libertà con il solo sconto di pena presto, probabilmente, ritorneranno a delinquere”.
“L’episodio di ieri a Sollicciano ci dovrebbe far riflettere in quanto ancora una volta la criticità si è manifestata in un giudiziario (vale a dire detenuti non condannati in carcerazione preventiva) e nulla è stato previsto nel nuovo decreto per questi circuiti. I dati statistici ci dicono che chi ha commesso un reato ed ha effettuato un percorso alternativo alla detenzione ha una recidiva del 7%”, conclude Nolè.