Oggi pomeriggio, in concomitanza e in solidarietà con lo sciopero e la manifestazione promossa a Latina, si è tenuto a Firenze un presidio davanti alla Prefettura in via Cavour per Satnam Singh, il bracciante ucciso per omissione di soccorso in una condizione disumana e di grave sfruttamento lavorativo.
Il presidio era promosso da Cgil, Arci, AltroDiritto, Oxfam, Florence Must Act, Nosotras, Cat, Consorzio Metropoli, Anelli Mancanti, Medu, Msna, Limo, Progetto Arcobaleno, Cospe, Progetto Accoglienza, Il Girasole, Consorzio Coeso, Libera, Associazione dei Senegalesi di Firenze e Circondario, Associazione del Honduras, Associazione Colombia, Njinga Mbande APS. Che dicono: “Non è accettabile perdere la vita sul lavoro, addirittura per omissione di soccorso in una condizione di barbarie e sfruttamento lavorativo. Basta con lo sfruttamento lavorativo e basta con le politiche e le norme che costringono i migranti in una condizione di irregolarità e ricattabilità”.
Tra gli interventi in via Cavour quello di Waqar Khalid, 34 anni, pakistano, alle spalle una storia di immigrazione e sfruttamento (ed emancipazione). Ora lavora per la Cgil come mediatore culturale per intercettare i lavoratori stranieri a rischio sfruttamento che hanno bisogno di assistenza.
La nota Cgil Firenze: “Anche a Firenze sono sono in crescita fenomeni di sfruttamento lavorativo che interessano non solo l’agricoltura ma anche i settori manufatturieri, il terziario, la logistica. Occorre un massiccio intervento delle Istituzioni e delle forze ispettive di concerto con le organizzazioni sindacali e le associazioni impegnate in progetti di contrasto allo sfruttamento lavorativo. Ciononostante è evidente che la priorità è modificare le norme che costringono i migranti in una condizione di estrema ricattabilità e vulnerabilità, privandoli di un ingresso regolare e del permesso di soggiorno, per sottrarli da queste nuove forme di schiavitù”.
La nota Flai Cgil Firenze (la categoria che segue gli agricoli): “Come Flai Cgil Firenze siamo a questo presidio per Satnam Singh, il bracciante ucciso a Latina dallo sfruttamento e dalla disumanità, e per dire basta allo sfruttamento per dire basta alle norme che costringono i migranti in condizioni di irregolarità e ricattabilità.
Purtroppo anche nella provincia di Firenze per quanto riguarda il nostro settore, quello agricolo, non sono mancati casi di sfruttamento e caporalato e tutt’oggi permangono situazioni che rendono questa piaga fertile.
Negli ultimi anni anche nel nostro territorio provinciale nel settore agricolo sono aumentati gli appalti verso aziende agricole senza terra (cioè società o cooperative o persone fisiche iscritte come piccole società agricole agricole, fanno servizi di appalto alle aziende agricole che hanno viti e colture), ormai in maniera strutturale per determinate lavorazioni.
Proprio in questa tipologia di appalti si annida il rischio caporalato e sfruttamento lavorativo.
Nel territorio i funzionari della Flai Cgil Firenze incontrano lavoratori di queste aziende senza terra, che per la moggior parte dei casi sono lavoratori migranti.
Parlando con loro si viene a conoscenza della complessità e difficoltà della situazioni in cui si trovano; da quella abitativa, a quella del rinnovo dei permessi di soggiorno, fino alle poche giornate segnate nelle busta paga in rapporto a quelle lavorate, senza contare l’aspetto della sicurezza sul lavoro (lavorano con gli indumenti personali senza che venga dato alcun dispositivo di sicurezza).
Non mancano brutte situazioni al limite dello sfruttamento e caporalato dove ci vengono raccontate le prevaricazioni subite rispetto alla loro situazione di necessità, ma non vanno avanti per paura di perdere anche quel poco che gli viene dato.
Va cancellata la Bossi-Fini in tema di immigrazione: fin quando resteranno in piedi i capisaldi della legge, compreso il cosiddetto ‘decreto flussi’ che si sta dimostrando insufficiente e addirittura dannoso, troppe lavoratrici e lavoratori continueranno ad essere invisibili, con il permesso di soggiorno sempre a rischio, facile preda di caporali e imprenditori senza scrupoli.
Il 22 gennaio di questo anno, grazie alla legge 199 sul caporalato, anche a Firenze – su richiesta di Flai, Fai e Uila territoriali e sotto l’egida dell’Inps – è stata insediata la sezione territoriale della Rete del lavoro agricolo di qualità; questo potrebbe essere uno strumento utile a prevenire e creare sul territorio situazioni che scongiurano ambiti di illegalità anche nel settore agricolo. Certo è che tutti gli attori che ne fanno parte ci devono credere e partecipare, diversamente lo strumento è difficile che funzioni.
Dobbiamo lavorare tutti insieme, sindacato, associazioni datoriali, enti preposti e istituzioni del territorio per promuovere situazioni di legalità e dignità umana per quei lavoratori che concorrono a realizzare e a permettere produzioni agricole sul territorio.
Questo anche a difesa delle tante aziende oneste del territorio che rispettano leggi, contratti e le norme sulla salute e sicurezza dei lavoratori”.