Bici, car pooling, incentivi e bonus per chi usa mezzi ecologici per andare al lavoro: siglato patto tra Comune di Firenze, Confindustria e sindacati. Cgil-Cisl-Uil: “Questa intesa può darci strumenti importanti nel rafforzare e incentivare la mobilità sostenibile nei tragitti casa-lavoro e in particolare nelle aree industriali, mediante il pieno coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori e dando su queste materie, per la prima volta, un ruolo alle rappresentanze sindacali nella contrattazione aziendale e di sito”
Incentivare l’uso delle biciclette o del car pooling, sperimentare bonus per chi usa mezzi ecologici per raggiungere il luogo di lavoro, aumentare stalli sicuri per chi usa le due ruote, garantire accessi in sicurezza a chi utilizza il mezzo pubblico, rafforzare il ruolo del Mobility manager aziendale. Sono alcuni degli obiettivi del protocollo firmato oggi a Palazzo Vecchio dagli assessori all’ambiente e alla mobilità Andrea Giorgio e Stefano Giorgetti con i rappresentanti di Confindustria e Cgil, Cisl e Uil. Un vero e proprio patto tra Comune, soggetti datoriali e rappresentanti dei lavoratori per spingere ancora di più verso la mobilità sostenibile nei percorsi casa-lavoro.
“L’attenzione agli spostamenti casa-lavoro non solo genera benefici per l’ambiente, ma anche per le lavoratrici e i lavoratori e per le aziende: comfort del viaggio, tempi e costi inferiori, maggior puntualità e produttività sul lavoro – dichiara l’assessore Giorgio -.. Ma soprattutto soluzioni sostenibili nei tragitti casa-lavoro potrebbero ridurre significativamente il rischio di infortuni in itinere, che sono oltre il 16% degli infortuni sul lavoro. Il Comune ha già
istituito incentivi alla mobilità collettiva con il Bonus TPL per l’acquisto dell’abbonamento annuale e ha lanciato il progetto ‘Pedala, Firenze ti premia’ che per la prima volta incentiva l’utilizzo della bicicletta in città. Adesso si tratta ancora di spingere ancora di più in questa direzione coinvolgendo aziende e sindacati”.
“Le infrastrutture di Firenze e dell’area metropolitana sono in una fase di transizione verso soluzioni maggiormente sostenibili – sostiene l’assessore Giorgetti -: nei prossimi anni vedremo il completamento della rete tramviaria e della ciclopolitana, l’introduzione di hub scambiatori per consentire la multimodalità e l’implementazione dei treni locali con funzione di metropolitana di superficie da tutte le direttrici della città metropolitana, a seguito della realizzazione del passante dell’alta velocità, della stazione AV, e la liberazione dei binari di superficie. Già oggi però possiamo fare molto per rendere la mobilità più ecologica, a beneficio della salute e anche della fluidificazione del traffico”.
Per Ilaria Lani della CGIL, Giovanni Ronchi della CISL, Leonardo Mugnaini della UIL “questo patto può darci strumenti importanti nel rafforzare e incentivare la mobilità sostenibile nei tragitti casa-lavoro e in particolare nelle aree industriali, mediante il pieno coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori e dando su queste materie, per la prima volta, un ruolo alle rappresentanze sindacali nella contrattazione aziendale e di sito”.
Per Paolo Sorrentino, vicepresidente Confindustria Toscana Centro e Costa, questo patto “è sicuramente un passo avanti per una mobilità più sostenibile, bisognerà lavorare adesso in primo luogo per migliorare l’attuale trasporto pubblico locale e successivamente comprendere dove è necessario incrementare ulteriori linee di Tpl e, dove è ancora possibile operare per facilitare ancora una mobilità maggiormente green”.
Nel protocollo si ribadisce la necessità di completare le infrastrutture sostenibili per servire con i trasporti pubblici le aree industriali (come il prolungamento della tramvia verso area industriale Scandicci o la soluzione Aeroporto-Pecci proposta dalla Regione) e nella fase transitoria, anche nell’ottica di far crescere la domanda verso le nuove infrastrutture, si conviene di verificare, sulla base delle rilevazioni dei mobility manager delle aziende delle aree non servite dai mezzi pubblici, l’opportunità di concordare con Autolinee Toscana *specifiche corse, modello navetta*, per collegare il tratto residuo tra il servizio già presente e l’area industriale, aggregando i fabbisogni di più aziende.
Si conviene la necessità di *estendere le piste ciclabili* per servire al meglio le aree industriali favorendo anche la multimodalità con treno e tramvia mediante la diffusione di velostazioni, auspicando, con specifiche convenzioni, di sostenere l’accesso dei dipendenti ai servizi di bike sharing o di bikebox. Dove possibile, all’interno o nei pressi della sede aziendale, si preveda un numero adeguato di stalli custoditi o videosorvegliati con la possibilità di ricarica per e-bike o monopattini.
Gli enti preposti devono avere cura della *sicurezza* delle lavoratrici e lavoratori che si recano al lavoro con il mezzo pubblico o con la bici anche attraverso interventi che garantiscano adeguata illuminazione, pensiline alle fermate, strisce pedonali, deceleratori di velocità.
In aggiunta e ad integrazione dei bonus già previsti ai vari livelli istituzionali (bonus Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, bonus TPL Comune di Firenze etc..) le aziende, mediante convenzioni con i gestori, potrebbero incentivare l’acquisto di abbonamenti a tariffa agevolata e con eventuale rateizzazione in busta paga o rimborso effettuato mediante accordi anche di incentivazione stipulati nella contrattazione di secondo livello.
Si valuta positivamente l’introduzione da parte degli Enti Locali, anche in forma coordinata con le aziende mediante la contrattazione integrativa, di incentivi economici per effettuare il tragitto casa-lavoro con la mobilità dolce, sulla base del calcolo certificato dei chilometri effettuati, replicando il progetto “Pedala, Firenze ti premia”.
Laddove non risulta possibile l’utilizzo del mezzo pubblico o della mobilità dolce si propone di incentivare alla condivisione del mezzo privato attraverso progetti di car pooling. Questo può avvenire attraverso la creazione di app o spazi intranet aziendali per la condivisione del viaggio o incentivi diretti attraverso specifiche facilitazioni (ad esempio parcheggi interni riservati per i dipendenti che condividono l’auto).
Infine si propone di rafforzare il ruolo del Mobility manager aziendale anche attraverso la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori e il coinvolgimento delle rappresentanze sindacali unitarie e valutando l’opportunità di individuare una figura di raccordo all’interno di siti produttivi che di fatto condividono spazi e medesime esigenze, per sperimentare “Piani degli spostamenti casa-lavoro” di sito e per provare a realizzare, su questo ambito e come descritto nei punti sopracitati, una strumentazione valevole per l’intero sito su tutte queste materie inerenti alla mobilità sostenibile per gli spostamenti casa-lavoro.