“Purtroppo, è arrivata la notizia che speravamo tanto non arrivasse, non ce l’ha fatta Satnam Singh, il giovane bracciante abbandonato in strada dopo un gravissimo infortunio mentre lavorava nei campi nell’Agro Pontino”. Così la segretaria confederale della Cgil, Maria Grazia Gabrielli.
“Un fatto di una inaudita brutalità – prosegue la dirigente sindacale – frutto del sistema del caporalato e dell’irregolarità in cui releghiamo migliaia di migranti che arrivano nel nostro Paese in cerca di speranza. Schiavi della società contemporanea, irregolari, senza permesso di soggiorno, e quindi più ricattabili da chi considera il lavoro solo un profitto e i diritti, come quello all’assistenza, solo degli ostacoli”. “Lo sfruttamento nei campi – aggiunge Gabrielli – si traduce molto spesso, in salari da fame, in ritmi e in condizioni di lavoro insicure e inumane, in violenze psicologiche e fisiche che purtroppo sfociano anche in terribili accadimenti come quello di Latina”.
Per la segretaria confederale: “Non è criminale chi cerca speranza, dignità e possibilità diverse per la propria vita, ma chi sfrutta, schiavizza e priva della dignità gli immigrati. Si faccia piena luce su quanto successo e si punisca chi è stato in grado di compiere un atto così disumano”. “La Cgil – conclude Gabrielli – continuerà a lottare contro il caporalato, a rivendicare politiche e scelte migratorie diverse affinché gli immigrati non siano più degli invisibili o un problema di sicurezza, ma persone, lavoratrici e lavoratori con diritti e tutele, lavoratori con una dignità”.