Desertificazione bancaria nelle aree interne (-39% presenze dal 2015 al 2023), oggi audizione sindacati presso la Commissione della Regione. Paolo Cecchi (Fisac Cgil Toscana) ha chiesto la creazione di un osservatorio ad hoc: “Penalizzati territori e cittadini, vanno trovate soluzioni, servono sportelli mobili a giorni alterni e campagne di educazione finanziaria-digitale”
In Toscana dal 2022 al 2023 gli sportelli si sono ridotti del 3,8%, dal 2015 si sono perse un terzo delle agenzie. Quasi 50mila toscani abitano in comuni privi di una dipendenza bancaria, circa il 18% dei comuni toscani ospitano una sola agenzia bancaria
Oggi il segretario generale della Fisac Cgil Toscana, Paolo Cecchi, è stato ascoltato dalla Commissione istituzionale per il sostegno, la valorizzazione e la promozione delle aree interne della Toscana del Consiglio regionale, per parlare del problema della desertificazione degli sportelli delle banche.
La Fisac ha ribadito la propria contrarietà alla chiusura massiva delle dipendenze bancarie in quanto il processo finisce per penalizzare i territori, i cittadini e le imprese, specie nelle aree interne. L’assenza di un servizio bancario limitrofo produce problemi, in specie per la popolazione anziana che si deve spostare per raggiungere la dipendenza bancaria più vicina, o per gli artigiani/commercianti e le piccole e medie imprese che spesso necessitano di un rapporto personale con la propria banca al fine di soddisfare le proprie esigenze di credito.
I dati pubblicati dalla Banca d’Italia indicano che, a livello nazionale, tale processo riguarda soprattutto il centro e il sud Italia: nelle regioni del nord sono concentrati il 57% degli sportelli complessivi (in particolare, in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto si ha il 40% del totale) mentre al sud residuano il 22% delle dipendenze.
Nella nostra regione in un anno (dal 2022 al 2023) gli sportelli si sono ridotti del 3,8% (pari a 60 unità) con un trend in linea con il dato nazionale; dal 2015 si sono perse un terzo delle agenzie. Quasi 50mila toscani abitano in comuni privi di una dipendenza bancaria; circa il 18% dei comuni toscani ospitano una sola agenzia bancaria.
Per quanto riguarda i comuni delle aree interne, si rileva che l’andamento recente delle chiusure è risultato leggermente inferiore rispetto al dato regionale (-2,2%). Il trend si giustifica col fatto che nel periodo 2015/2020 (circa) è avvenuta la parte preponderante di chiusure; basti pensare che, se si fa riferimento al 2015, la variazione in negativo con il 2023 è pari a -39,5%. L’andamento ha riguardato la quasi totalità dei comuni della zona di analisi, ma soprattutto la Garfagnana e l’aretino. Oltre il 24% dei comuni delle aree interne annoverano una sola agenzia bancaria.
Ha detto Cecchi: “C’è la necessità di trovare soluzioni immediate a questo processo; in proposito, si chiede la costituzione di un osservatorio regionale in materia, così come già avvenuto in altre regioni del paese. Allo stesso tempo, si ritiene che proposte quali l’istituzione di sportelli mobili operanti a giorni alterni oppure l’integrazione con altre tipologie di servizi comunali possano attutire i disagi per la popolazione. In generale, si possono auspicare forme di presenza più agili, in quanto l’elemento fondamentale è che il cittadino o l’impresa possa colloquiare con chi è addetto allo sportello ed è chiamato a svolgere anche un’attività di assistenza e consulenza. Infine, ma non ultimo, in una regione come la nostra dove poco più del 50% dei cittadini utilizza l’Internet banking, è indispensabile incrementare le campagne di educazione finanziaria e digitale”.