Nei primi mesi del 2022 la Guardia di finanza, a seguito di controlli a Prato alla cosiddette aziende ‘apri e chiudi, ha avanzato all’Agenzia delle Entrate di Prato la proposta di cancellazione di 72 ditte. Lo rendono noto le stesse Fiamme gialle spiegando che sono stati “acquisiti indizi di gravi violazioni e sono state individuate imprese le quali, seppur di fatto inesistenti, risultano avere emesso e/o registrato fatture per importi anche significativi”. Gli accertamenti, spiega una nota, sono stati condotti nell’ambito di un’operazione denominata ‘Stop Open and Close’, svolta in singergia con l’Agenzia delel entrate, finalizzata a contrastare uno dei fenomeni che maggiormente connotano il ‘distretto parallelo’ del tessile-abbigliamento, appunto quello delle ‘ditte apri e chiudi’, imprese spesso intestate a ‘teste di legno’, il cui utilizzo è non di rado strumentale all’evasione fiscale e contributiva, l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, la contraffazione, il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, il riciclaggio ed il trasferimento all’estero di proventi illeciti. “Non a caso – si specifica dalla Gdf -, il tasso di mortalità delle imprese cinesi della provincia di Prato risulta costantemente elevato, tanto che un terzo di esse non supera il terzo anno di vita”. Scopo dell’operazione Gdf-Agenzia entrate è “quello di intercettare e sopprimere, se possibile ancor prima del loro effettivo utilizzo, le imprese create per” finalità irregolari. Nel mirino anche i fenomeni di continuità aziendale di ditte insistenti negli stessi presidi imprenditoriali, gestite sotto falso nome da soggetti spesso irreperibili sul territorio dello Stato. (ANSA).
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