Proclamato lo stato di agitazione dei farmacisti della Toscana, di Firenze e del Valdarno alla luce un rinnovo contrattuale che manca da sette anni. Lo comunicano i sindacati che rappresentano i lavoratori delle farmacie del territorio, Filcams e Uiltucs, che hanno incontrato le amministrazioni titolari delle farmacie. Chiara Liberati e Benedetta Mariani per Filcams Cgil, e Giuseppe Franzone per Uiltucs Toscana, spiega una nota, hanno esposto ai Comuni titolari delle farmacie di Farmavaldarno i problemi e gli ostacoli al rinnovo del Ccnl, sottolineando le ragioni per cui sono inaccettabili le proposte della parte datoriale (Assofarm). “In un periodo dove la poca appetibilità del contratto di lavoro ha reso la figura del farmacista difficile da reperire – spiegano i rappresentanti sindacali -, non si può dimenticare il grande sforzo fatto durante la pandemia, con la distribuzione di mascherine gratuite, i test sierologici, i tamponi e i vaccini”. Per Filcams e Uiltucs “vedere che questo riconoscimento non si traduca in un rinnovo tanto atteso e meritato, è doloroso. E, soprattutto, porta la scomparsa graduale di questa figura dal mercato del lavoro, come dimostra la grande difficoltà a trovare farmacisti”. La proprietà, sottolineano, ha accolto le critiche dei sindacati con molta attenzione, riconoscendo il valore del servizio che i farmacisti comunali svolgono per la cittadinanza in Valdarno, anche nelle località più piccole. Preoccupazione è stata espressa per le criticità “che un percorso di non ascolto potrebbe portare – concludono i sindacati – , ossia, in futuro, non avere un organico sufficiente per tenere aperte le farmacie. Se Assofarm non tornerà a ridiscutere i punti del rinnovo al tavolo nazionale, lo sciopero, anche delle farmacie comunali di Farmavaldarno, sarà inevitabile”. (ANSA).
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