“Rsa, cambiamo il modello”: l’intervento di Dalida Angelini sul Corriere Fiorentino

Rsa, l’intervento della segretaria generale di Cgil Toscana Dalida Angelini sul Corriere Fiorentino: “Il territorio toscano è ormai oggetto di numerosi progetti di investimento in strutture socio-sanitarie da parte di grandi gruppi o fondi di investimento, occorre impedire di rimettere al mercato le scelte di politica sanitaria pubblica. Cambiamo il modello: deve essere la politica a scegliere. Serve un atto normativo che consenta una sorta di moratoria fino al compimento degli investimenti previsti dal Pnrr”

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In questi giorni è tornato alla ribalta il tema Rsa e, come spesso avviene, c’è il rischio di perdere di vista l’obiettivo che con gran fatica abbiamo condiviso.
La lezione che ci ha inferto, con violenza, la pandemia, che ci aveva portato ad affermare con nettezza l’esigenza di un maggiore intervento pubblico, ci impone ancora oggi a rivendicare con urgenza la revisione di un modello di pre-sa in cura della non autosufficienza, specialmente con riguardo ai nostri anziani, basata sulla istituzionalizzazione.
Anche gli Enti programmatori nazionale ed europei hanno ribadito questa necessità di un forte impulso verso l’assistenza domiciliare ed è anche in ragione di ciò, e della volontà di posizionarci nel dibattito nazionale con un nostro modello toscano, che abbiamo nei mesi scorsi avviato con la Regione un confronto per un nuovo modello di assistenza sanitaria e sociale che, a partire dagli investimenti sull’assistenza territoriale previsti dal Pnrr, aiuti gli anziani a vivere nelle loro case, nel loro tessuto familiare e sociale con soluzioni innovative e diversificate.
E’ urgente che questa discussione, che ha avuto una battuta di arresto, sia riavviata e aggiornata con le nuove evidenze; vanno attivati i tavoli previsti dalla delibera regionale di agosto e va riaperto, per un lavoro costante, il tavolo trilaterale con i rappresenti dei gestori.
Non da ieri il territorio toscano è ormai oggetto di numerosi progetti di investimento in strutture socio-sanitarie da parte di grandi gruppi o fondi di investimento. Non servono grida di allarme ma scelte politiche a tutti i livelli coerenti con gli obiettivi dati, e una strategia comune per affermare e rafforzare il modello che la Toscana si è data, cioè un modello da aggiornare, da innovare, ma in ogni caso un modello pubblico di presa in cura, che possa contare an-che su finanziamenti certi anche da parte della legge finanziaria della Regione.
Il combinato disposto infatti tra l’impossibilità di utilizzo dei fondi del Pnrr per la riqualificazione delle strutture pubbliche destinate a Rsa, la necessità urgente di investimento su alcune strutture, la disciplina sulla cosiddetta libera scelta e la mancanza di regole cogenti circa l’ancoraggio dei processi di accreditamento delle strutture alla programmazione territoriale dei servizi, rischia di mettere seriamente in pericolo la centralità di un governo pubblico dell’offerta e della risposta ai bisogni.
Se è pur vero che la concorrenzialità tra imprese e l’opportunità della libera scelta non debbano condizionare le scelte di Ausl, Comuni e Società della Salute, l’aumento di posti letto non in linea con la programmazione rischia di far prevalere, nella ponderazione politica degli interessi in gioco, interessi diversi da quelli della corretta risposta ai bi-sogni di salute (basti pensare ad esempio al mantenimento dei livelli occupazionali delle strutture che dovessero es-sere travolte da una concorrenza non regolata), con la conseguenza di piegare l’offerta verso l’istituzionalizzazione a fronte dell’impegno, ormai assunto come prioritario, di interventi improntati invece a favorire la domiciliarità e la prevenzione della istituzionalizzazione, attraverso un maggiore sostegno alle famiglie e gli investimenti in telemedicina.
Deve essere la politica, e non il mercato, a fare le scelte su questi temi delicati: ben vengano i contenuti delle annunciate iniziative consiliari e l’altrettanto annunciato vertice politico in Regione dell’11 febbraio.
Secondo noi, fermo restando la soddisfazione dei fabbisogni reali, una sorta di moratoria degli accordi di cui alla Delibera di giunta regionale 995/22016 (accordi che disciplinano la corresponsione delle quote sanitarie e fronte della libera scelta dell’utente) fino al compimento degli investimenti previsti dal Pnrr e delle riforme ad esso connesse, oltre che un loro cogente aggancio alla programmazione, magari rendendo vincolante il parere delle SdS per la autorizzazione alla istituzione di nuove Rsa, apparirebbe una soluzione ragionevole al fine di impedire di rimettere al mercato le scelte di politica sanitaria pubblica.

Firmato: Dalida Angelini, segretaria generale Cgil Toscana

 

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