L’allarme della Filcams: Da sei anni portiamo avanti LaFestaNonSiVende contro l’uso indiscriminato degli orari, imposto nel 2011 dal dl Salva Italia. Ora l’azione del governo verso la limitazione delle aperture dei negozi si inspiegabilmente fermataLiberalizzazioni commercio: si procede verso le festivit natalizie senza la regolamentazione promessa dal governo. Sono diversi i disegni di legge in discussione: il 24 ottobre scorso si tenuta presso la commissione Attivit produttive della Camera dei Deputati, l’audizione con le organizzazioni sindacali del commercio, ma ormai trascorso pi di un mese e non sono seguiti aggiornamenti. Nonostante alcune associazioni datoriali del commercio e della distribuzione cooperativa abbiano aperto alla possibilit di una limitazione delle aperture, l’azione del governo si inspiegabilmente fermata, dando di fatto ragione alle multinazionali della grande distribuzione, che hanno sempre sostenuto la liberalizzazione selvaggia voluta dal governo Monti. Cos la Filcams Cgil, in una nota.Con la festa dell?8 dicembre, si d il via al periodo natalizio di shopping, per l?ennesimo anno senza regole. Natale, Santo Stefano, Capodanno: nessuna festivit civile o religiosa viene pi rispettata. L’emblema di una societ che non sa pi limitarsi e rispettarsi, il cui unico fine consumare. Da pi di sei anni portiamo avanti una battaglia, ‘La Festa Non Si Vende’, contro la liberalizzazione indiscriminata degli orari e delle aperture commerciali imposta nel 2011 con il cosiddetto decreto Salva Italia. Sono stati anni in cui non solo l?occupazione non aumentata, ma, proprio per effetto delle liberalizzazioni, si assistito a un forte arretramento delle condizioni di lavoro, con turni di lavoro su 365 giorni all?anno e l’estensione dell?orario h24, continua il comunicato sindacale.La riduzione di oltre il 20% dell’occupazione diretta ha comportato il ricorso, sempre pi frequente, a forme di lavoro precario. Il 70% dei dipendenti ha un rapporto di lavoro part-time, nella maggior parte dei casi, involontario; il 40% rappresentato da lavoratrici e lavoratori a tempo determinato, a chiamata, in somministrazione o in appalto. Da merchandiser, promoter o stagisti. Il ricorso al lavoro indiretto attraverso processi di terziarizzazione ed esternalizzazione – rileva la Filcams . sempre pi frequente e coinvolge ormai, in modo rilevante, anche le attivit caratteristiche delle imprese della grande distribuzione e della distribuzione organizzata.I lavoratori coinvolti dall?obbligatoriet del lavoro domenicale e festivo raggiungono circa il 40% degli addetti e le maggiorazioni originariamente previste per tali prestazioni o sono state eliminate unilateralmente dalle aziende, con le tante disdette della contrattazione di secondo livello o hanno subito drastiche riduzioni a seguito della negoziazione dei contratti integrativi, a causa della situazione di difficolt in cui versa parte rilevante del settore, aggiunge il sindacato.La Filcams ribadisce quindi che la mobilitazione per la regolamentazione delle aperture domenicali non solo a favore di lavoratrici e lavoratori del commercio, che palesemente ne subiscono le conseguenze, una mobilitazione per il territorio e l’ambiente, per i centri storici, per la cultura. Regolamentare il commercio, significa anche porre una riflessione su modelli e indirizzi di sostenibilit alternativi alle attuali pratiche del consumismo. LaFestaNonSiVende continua. da rassegna.it
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