Il numero dei femminicidi in Italia continua a crescere: tra il 2015 e il 2016 i casi sono passati da 142 a 150 (+5,6%), per effetto di una dilagare del fenomeno nelle regioni del Nord e del Centro. Negativi anche i dati 2017: nei primi 10 mesi sono state 114 le donne uccise, confermando cos l’andamento del 2016, con un 77,2% di vittime uccise in ambito familiare. E’ quanto rende noto il IV Rapporto Eures sul femminicidio in Italia, diffuso in concomitanza con la celebrazione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, che si celebra il 25 novembre. A livello territoriale nel 2016 il Nord risultata essere l’area pi interessata, con 78 femminicidi (il 52% del totale italiano) e un incremento del 30% rispetto alle 60 vittime del 2015; in aumento i casi anche al Centro (+30%), dove le vittime sono passate da 20 a 26 (il 17,3% del totale nazionale), mentre risultano in forte calo i casi al Sud, dove sono scesi da 62 a 46 (-25,8%), diminuendo anche la relativa incidenza sul dato nazionale (dal 43,7% del 2015 al 30,7%). Anche in termini relativi il Nord registra il rischio maggiore, con un indice pari a 5,5 femminicidi ogni milione di donne residenti, a fronte di 4,3 al Sud e di 4,2 al Centro (4,8 complessivamente in Italia). Nel nord per numero di casi svettano la Lombardia e il Veneto. Nella prima si sono registrati nel 2016 25 vittime, contro i 17 casi del Veneto, regione che fa segnare un forte aumento rispetto ai 7 del 2015. Segue poi la Campania (nonostante un calo dei casi, passati 31 a 16), e quarta l’Emilia Romagna (13). E’ bene poi ricordare che il 76,7% dei femminicidi maturato in un contesto familiare e affettivo, con una forte connotazione negativa data da possesso e gelosia, ma anche dall’isolamento e dal disagio. Colpisce in maniera particolare che tra i femminicidi caratterizzati da violenze pregresse – evidenzia il rapporto Eures – in ben il 44,6% dei casi la vittima aveva denunciato l’autore, senza tuttavia ottenere una protezione idonea a salvarle la vita. Inoltre in circa la met dei casi (il 48,8%) i maltrattamenti subiti dalle vittime di femminicidio hanno avuto un carattere ricorrente, mentre per il 20,7% stata rilevata un’escalation delle violenze. Oltre un quarto delle donne uccise in Italia nel 2016 (38 vittime, pari al 25,3%) risulta di nazionalit non italiana, con un incremento del 40,7%. L’aumento dei casi complessivamente registrato nel 2016 (+5,6%), quindi attribuibile alla sola componente straniera, mentre diminuiscono leggermente i femminicidi di donne italiane (da 115 a 112, pari a -2,6%). Inoltre, soltanto l’8% di femminicidi con vittime italiane risulta essere stato commesso da autori stranieri, a fronte del 92% di italiani. In termini pi generali, nel periodo 2000-2016 la quasi totalit degli autori di femminicidio risulta essere un uomo (91,9%). Nello stesso lasso di tempo il rapporto segnala la presenza di 184 prostitute uccise, veri e propri ‘femminicidi dimenticati’, caratterizzati nel fenomeno omicidiario nazionale dalla pi alta percentuale di casi irrisolti (il 44,6% a fronte dell’11,4% dei femminicidi totali).(ANSA).
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