Ringrazio la Cgil Toscana e la sua segretaria per aver ribadito su Repubblica i temi del federalismo solidale e dei diritti di cittadinanza. Sono questioni cruciali. Mi impegner nella Conferenza Stato-Regioni perch ci sia un approfondimento sul tema e perch ai tavoli concertativi sia garantita la presenza delle parti sociali e del sindacato. Cos ha sempre fatto la Toscana nei processi di riforma. Il ®regionalismo differenziato¯ ha senso in un quadro di supremazia e unit dello Stato. Per questo, con tutte le riserve per l?aberrante campagna referendaria del 4 dicembre, ritenni che un nuovo disegno costituzionale fondato sulla clausola di supremazia avrebbe potuto rimediare alle disfunzioni del nostro regionalismo. A un anno di distanza la questione ancora aperta e con essa tensioni e conflitti. I referendum di Lombardia e Veneto sono profondamente sbagliati perch puntano a peggiorare gli squilibri tra le diverse aree del Paese e alimentano egoismi e chiusure. L?opportunismo della destra sul tema facilmente dimostrabile con un esempio. Dopo l?entrata in vigore del nuovo titolo V, la Toscana tent la strada dell?autonomia speciale nei settori della tutela dell?ambiente e dei beni culturali. Ma quell?iter si interruppe per la mancanza di volont politica del governo di allora, con al suo interno un?importante rappresentanza leghista. Oggi, il nostro Consiglio regionale ripropone legittimamente il medesimo tema. Ci che per la Toscana deve evitare che pi autonomia possa essere equivocata con egoismo. Un serio dibattito sul federalismo non pu prescindere da questo presupposto. Non siamo stati egoisti quando abbiamo deciso e attuato il riassorbimento delle funzioni e del personale delle Province (la Toscana stata la prima Regione in Italia) n quando abbiamo proposto una macro-regione dell?Italia centrale per competere in Europa. Occorre ribaltare il ragionamento e riflettere sulla necessit di ricostruire corpi intermedi, sociali e territoriali, capaci di competere con le sfide attuali. Ci attende un mondo di interdipendenze globali e conflitti di classe legati alla ristrutturazione del lavoro, non di chiusure corporative e nazionalistiche. Il lavoro ha perso rappresentanza, stato frammentato, sfruttato e reso precario. I lavoratori sono stati privati di protagonismo politico e sociale. Senza lavoro e diritti diffusi non possibile una democrazia solida e diffusa. Non basta l?autonomia, non serve il secessionismo. Su questo piano, la questione democratica e quella dell?ordinamento e unit dello Stato si saldano. ? un percorso che investe la politica, il sindacato, le forze produttive, i cittadini. Dobbiamo prepararci a sfidare chi intende stravolgere l?unit e la coesione del Paese e sono certo che anche su questo fronte, come in altri, saremo alleati.Enrico Rossi (Presidente Giunta regionale Toscana)La lettera aperta di Dalida Angelini al governatore toscanoAutonomia e diritti la necessit di un disegno organico.Caro Presidente Enrico Rossi,il Consiglio regionale della Toscana ha approvato a maggioranza una risoluzioneper l?avvio delle procedure finalizzate all?attribuzione di condizioni particolari di autonomia – ai sensi dell?art. 116, comma terzo, della Costituzione – , che cita: ®Attivare i passaggi necessari… per ottenere forme e condizioni ulteriori di autonomia… attinenti ai Beni naturali e paesaggistici e alla tutela dell?ambiente e dell?ecosistema, nonch a quelle che verranno eventualmente individuate…¯. Un anno fa ci siamo misurati sulla riforma costituzionale. Fra le ragioni del nostro no al referendum c?era l?impianto neocentralista di una riforma che avrebbe ulteriormente allontanato i cittadini dai luoghi delle decisioni. Oggi la Cgil pensa che intraprendere un percorso di ulteriore autonomia in capo alle Regioni sia sbagliato per due ragioni. La prima: la crisi economica che si alimentata delle diseguaglianze e ne ha generate ulteriori e pi profonde. Questa frantumazione sociale necessita di una ricomposizione con interventi a tutti i livelli, partendo dal modus operandi istituzionale, nella chiarezza di ruoli, funzioni e risorse assegnate. La seconda: le spinte centrifughe che ormai corrodono gli Stati nazionali, in direzione delle piccole patrie, luoghi di autonomia antistorica. Ci che serve un quadro unitario che orienti un sistema policentrico e decentrato, verso un federalismo democratico, cooperativo e solidale.E necessario, tuttavia, confrontarci con il perdurare delle criticit della riforma del Titolo V della Costituzione, con le contraddizioni di un centralismo finanziario operato in un quadro di decentramento di competenze cui non corrisponde un?adeguata redistribuzione delle risorse, con le contraddizioni derivanti dall?aver legiferato come fosse vigente la legge di riforma Costituzionale bocciata il 4 dicembre e, da ultimo, con l?iniziativa presa o annunciata da pi Regioni di avocare a s ulteriori funzioni. L?iniziativa di Lombardia e Veneto dominata da spinte autonomiste esplicite che mettono in discussione l?unit del sistema di diritti, e mirano a rompere il vincolo di solidariet della comunit statuale. I referendum consultivi del prossimo 22 ottobre ne sono l?espressione. Queste spinte autonomiste pongono l?urgenza di una legislazione nazionale che definisca il quadro unitario di diritti in cui le varie realt locali possano e debbano agire valorizzando le rispettive peculiarit , senza uscire dai confini di quel federalismo solidale che deve garantire l?uguaglianza dei diritti di cittadinanza a prescindere dalla Regione di residenza. Presidente, mi rivolgo a Lei perch si faccia promotore verso la Conferenza Stato-Regioni affinch si avvii un percorso di approfondimento e di iniziativa per delineare quel disegno organico necessario a definire un sistema istituzionale integrato in cui, partendo dai bisogni dei cittadini, siano definiti gli ambiti di intervento, le funzioni e le relative risorse spettanti a Stato, Regioni, Province, Citt Metropolitane e Comuni, nel rispetto dei principi di sussidiariet , differenziazione ed adeguatezza.Dalida Angelini (Segretaria Generale Cgil Toscana)
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