Il rapporto realizzato da Slc Cgil in collaborazione con la Fondazione Di Vittorio. Una platea di oltre 130 mila lavoratori: la met sono attori. Uno su dieci pagato a voucher, solo il 4% ha un contratto a tempo indeterminato. Solo il 17% riuscito ad ottenere un prestitoTutti i mali del lavoro precario, non garantito, poco pagato quando lo , sembrano concentrarsi tra i lavoratori dello spettacolo. Una massa variegata di professionisti del nostro tempo libero che a parte i superstipendiati delle tv, lavorano dietro le quinte, nelle manifestazioni di strada, compresi tutti quei festival e fiere che attirano gente e magari sono finanziati con soldi pubblici.Sono ballerini, musicisti, attori, comparse, sceneggiatori, autori, drammaturghi, poeti di strada. ? la vita dell’artista, vita agra da sempre, ma oggi ancora pi precaria e incerta nonostante musica, immagine e spettacolo siano ormai dominanti nella vita quotidiana. Ce lo racconta la prima indagine italiana su questo mondo variegato fatta dalla Fondazione Di Vittorio Cgil, che ha raccolto con questionari on line le testimonianze di chi vive del proprio talento.E dall’analisi dei dati emergono tutte le storture del nuovo millennio. La met dei lavoratori dello spettacolo, il 51,4% ha un’entrata annua che non supera i 5.000 euro, il 37,5% si colloca tra i 5 e i 15mila. E solo un 4,2% pu contare su un’entrata oltre i 25mila. ? vero che non lavora tutti i giorni, ma non una consolazione. E chi non c’ la fa spesso fa un secondo lavoro, quello appunto con cui riesce a far quadrare i conti. Barbara Ard (da repubblica.it)SCARICA LA RICERCA COMPLETA PDF
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